Il sito della miniera di Marcinelle in Belgio, tristemente famosa per la più grande tragedia dell'emigrazione italiana avvenuta l'8 agosto 1956, è divenuta patrimonio dell'umanità dell'Unesco.
Nell'ex miniera di carbone di Bois du Cazier, nei pressi della cittadina belga di Charleroi, morirono 262 minatori, 136 dei quali erano italiani.
Un'esplosione, causata da un errore umano e da misure di sicurezza ridotte, intrappolò nella miniera centinaia di uomini a oltre mille metri di profondità. Solo dopo 15 giorni i soccorritori riuscirono a raggiungere l'ultimo gruppo di lavoratori, per constatare tuttavia che erano morti.
I lavoratori italiani vittime a Marcinelle provenivano soprattutto dall'Abruzzo (40 da Manoppello, in provincia di Pescara) e dal Molise. Il riconoscimento Unesco di Marcinelle si accompagna ad altri tre siti minerari situati in Vallonia, la regione francofona del Belgio.La sciagura di Marcinelle è diventata nel tempo un simbolo importante non solo della storia dell'emigrazione italiana, tra i quali i 140mila che nel dopoguerra lasciarono il proprio Paese per andare a cercare lavoro in Belgio, ma è anche l'incidente più grave dopo quello nella miniera di Monongah, in West Virginia (Usa). Tra i minatori italiani che si fiaccavano la schiena nei pozzi minerari valloni vi erano anche i genitori dell'attuale Premier belga, il socialista Elio Di Rupo, partiti nel '47 dall'Abruzzo.
Questi emigranti, detti "gueules noires", facce annerite dal lavoro nelle miniere di carbone, si recarono in Belgio in seguito a un accordo tra i governi di Roma e Bruxelles: mille minatori italiani a settimana in cambio di 200 chili di carbone al giorno per emigrato. Nel 1967 Boiz du Cazier venne chiusa definitivamente. L'estrazione del carbone non era più remunerativa
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