Il teatro nella Cultura dei legami, nuove energie per l’Abruzzo
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Pubblicato il 11/07/2014 08:08

Il teatro nella Cultura dei legami, nuove energie per l’Abruzzo

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di Giulia Grilli

Scoprire relazioni perdute, oltrepassare le distanze, affrontare le diversità tra categorie, lingue, generi e luoghi. Creare poi un punto di unione, dove tutto ciò che è sconnesso si allinea perfettamente, abolendo le barriere tramite un unico strumento, un filo rosso conduttore: il teatro. Questa è la Cultura dei legami, un progetto nato dall'idea di Edoardo Oliva, direttore artistico del Teatro Immediato, e finanziato dalla Fondazione Aria, Fondazione Industriale Adriatica di Pescara.

 

"Il teatro è quel luogo dove per convenzione ogni cosa è finta. Non si muore veramente, non si piange realmente. Eppure tutto risulta essere straordinariamente vero, perché il punto di partenza da cui nascono le emozioni è privo di barriere o sovrastrutture. E' dentro ogni attore, dentro ogni spettatore seduto in platea. Poi giunge il termine dello spettacolo, le luci si spengono, il palcoscenico torna ad essere deserto e polveroso, e la magia resta nell'invisibile, nascosta da qualche parte" racconta Edoardo. Ma il teatro ha assunto nel tempo una valenza molto più importante, è diventato un elemento fondamentale utile a ricomporre fratture, a creare ponti.

 

 

"Il primo legame sul quale lavorare è stato sicuramente quello territoriale, creando una connessione tra le quattro province abruzzesi. Ma il progetto la Cultura dei legami nasce principalmente dall'idea di unire, attraverso il teatro, tutto ciò che nella quotidianità resta separato. E allora le diversità tra le generazioni, le disparità economiche, le differenze sociali, le distanze tra centro e periferia diventano questioni da poter affrontare con l'ausilio di strumenti culturali" spiega Edoardo.

 

Primo l'appuntamento a Teramo, dove il Terrateatro, lo scorso 30 giugno, ha puntato sul ruolo dell'attore mettendo in relazione abilità e disabilità con Tell me Otello. A L'Aquila l'Associazione Arti e Spettacolo con Link presenta il disagio del dopo terremoto, le differenze generazionali e culturali, il 10 e l'11 agosto. A Chieti, invece, dal 29 luglio al 2 agosto, il Magfest con Sedute Intorno mette in scena il mistero del mondo femminile, le situazioni di emarginazione depositarie di grandi valori culturali. "Il programma terminerà a novembre, a Città Sant'Angelo, dove il Teatro Immediato proporrà Luminescenze all'orizzonte, riprendendo la fine del Titanic di Enzensberger, in cui la nave che affonda diventa simbolo della follia del progresso, del declino della società, della deriva".

 

 

Lo spettacolo prevede la partecipazione di attori professionisti e di un gruppo di anziani che interpreterà la prima classe, a rappresentare quell'unica porzione sociale che oggi riesce ad avere certezze, a discapito dei giovani che navigano nell'inconsapevolezza sul loro futuro. "Sto collaborando con l'Università della terza età di Montesilvano e posso garantire che gli anziani che si sono avvicinati ai laboratori teatrali sono sorprendenti" racconta Edoardo. "Hanno una verità e un entusiasmo senza eguali. E' ovvio che per raggiungere un lavoro qualitativamente valido è necessario avere un'ottima professionalità. Eppure, mescolare attori professionisti ai non professionisti regala un risultato artistico davvero unico".

 

 

 

Un intervento sul territorio, questo della Cultura dei legami, diverso da tutti quelli che sono stati fatti in passato, atto a creare scambi a livelli provinciali e nazionali, spostamenti di persone e flussi monetari. Il teatro assume così una forte valenza economica per la regione, ma anche una grande novità perché "è la prima volta che una rete nasce per spartirsi contenuti, basandosi su finanziamenti privati. Ma credo fortemente che le prossime edizioni vedranno il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche perché un progetto come la Cultura dei legami ha tutte le caratteristiche, sociale culturale e turistica, per essere sostenuto dalle amministrazioni. Le elezioni di maggio, in questo caso hanno giocato a sfavore".

 

E se il teatro resta una realtà di nicchia, in cui la partecipazione del pubblico, soprattutto quello giovanile, risulta assai complessa, per Edoardo la questione è molto più semplice. "E' un problema di educazione, ma lasciare che le persone conoscano la magia del teatro, prendendo parte ai laboratori, facilita la comprensione di quel meccanismo che può sembrare noioso. Io stesso da giovane pensavo che questo mondo non mi appartenesse,, e solo provando ad interpretare un ruolo ho avuto la possibilità di cambiare idea".

 

 

I risvolti umani che si sviluppano durante uno spettacolo si articolano su diversi livelli psicologici ed emotivi. Lo studio e la tecnica portano l'attore a confrontarsi con se stesso, toccando lati della personalità ancora inesplorati. Il collegamento con gli altri interpreti, poi, crea una coralità che amplifica l'energia fino ad investire il pubblico. E sono proprio le persone, e le mille sfaccettature delle loro anime a far sì che il teatro diventi vero, perché lo scambio di emozioni necessita di parole e corpi, in una spirale che si allarga, e dal palcoscenico invade tutta la platea. "Una cosa più potente di questa" dice Edoardo "non l'ho ancora trovata...".

 

 

Edoardo Oliva

 

 

 

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