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Pubblicato il 27/06/2012 14:02

Acerbo e Saia presentano una interrogazione a Chiodi

I consiglieri regionali Maurizio Acerbo (Prc) e Antonio Saia (PdCi) hanno presentato un'interpellanza al presidente della Regione Abruzzo e commissario ad acta per la sanità, Gianni Chiodi, chiedendo chiarimenti circa 'l'iniquo balzello di 10 euro che i malati abruzzesi sono costretti a pagare su tutte le prestazioni'.

In particolare, Acerbo e Saia chiedono di sapere 'per quale motivo la Giunta Regionale non ha resistito rispetto alle osservazioni del Governo ed ha scelto di rinunciare alla propria decisione costringendo i malati abruzzesi a dover pagare l'iniquo balzello o, per evitarlo, a ricorrere a strutture private; se ritiene legittime le circolari emanate dalle Asl a medici convenzionati diffidandoli dal rilasciare le impegnative su ricettario bianco personale'.

Nei giorni scorsi Chiodi aveva ricordato che " è stata la legge dello Stato n 111 del 2011, all'art 17 comma 6, a prevedere la quota di 10 euro. Comprendo le lamentele dei cittadini tant'è che - prosegue Chiodi - avendo anch'io preso atto della palese assurdità di una tassazione che può superare lo stesso costo dei servizi diagnostici, mi sono fatto personalmente carico, nella Finanziaria regionale, di prevedere un tetto massimo alle prestazioni, stabilendo che il contributo dovuto dagli assistiti del servizio sanitario nazionale per le prestazioni di diagnostica strumentale di laboratorio e per le visite specialistiche, ancorché maggiorata della somma di 10 euro, non può comunque superare l'intero costo della prestazione prevista dal tariffario nazionale. Purtroppo la nostra iniziativa a tutela dei cittadini e, soprattutto di quelli svantaggiati, è stata osservata dallo stesso Stato che ha introdotto il prelievo forzoso di 10 euro sulla salute"

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