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Pubblicato il 18/08/2014 11:11

Amatrice vuol tornare in Abruzzo

abruzzo, amatrice

Passare da una Regione all'altra, per un Comune, e' una procedura complessa di cui il referendum consultivo e' solo la prima fase, e forse anche la meno difficile. Ecco l'iter che dovra' affrontare Amatrice, il centro nel Reatino che in polemica con la Regione Lazio mercoledi' sera votera' se consultare i cittadini su una possibile annessione a un'altra Regione. A regolare la materia e' la Costituzione, all'articolo 132 comma 2. "Si puo' - afferma la Carta - con l'approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione e aggregati a un'altra". Dunque, dopo l'ok dei cittadini, serve una legge ordinaria approvata dal Parlamento. E come se non bastasse si devono esprimere i Consigli regionali, sia quello 'di partenza', cioe' quello del Lazio, sia quello 'd'arrivo'. Gia', ma in quale Regione vorrebbe finire Amatrice? Fino al 1927, in effetti, il Comune faceva parte dell'Abruzzo, e di certo non mancano amatriciani che con il cuore si sentono legati a quella Regione. Ma a quanto pare, invece, in passato si era parlato di aderire alle Marche, alla provincia di Ascoli Piceno, che pero' non confina con Amatrice. C'e' di mezzo, carta alla mano, un piccolo tratto del Comune laziale di Accumoli. Amatrice confina invece con la abruzzese provincia di Teramo, ma in mezzo ci sono i monti della Laga, e con la provincia dell'Aquila, dalla parte di Campotosto, che sembra a conti fatti l'ipotesi piu' 'naturale'

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