«Nella riunione della Seconda commissione, su mia precisa richiesta, sono stati sentiti dai commissari i dirigenti di Poste Italiane, in relazione alla chiusura degli Uffici postali in Abruzzo, con particolare riferimento alle filiali presenti nelle aree montane e quali impegni la Giunta regionale abbia assunto per garantire la più efficiente e capillare diffusione del servizio». Lo ha detto il Vice Presidente del Consiglio regionale, Giovanni D'Amico, che ha proposto l'audizione dei dirigenti di Poste Italiane. «I dirigenti hanno confermato la rigidità del Piano di riorganizzazione fissato dal Governo Berlusconi con il Decreto Scajola - ha informato D'Amico -. Inoltre, il quadro dei servizi è fissato con il Protocollo tra Poste Italiane e Regione Abruzzo sottoscritto nel 2010 che stabilisce i rapporti di servizio, ma non vincola Poste Italiane nei suoi piani aziendali al mantenimento del servizio universale, soprattutto nelle aree montane. Tuttavia Posta Italiane si è resa disponibile a sviluppare protocolli aggiuntivi con la Regione Abruzzo e gli Enti locali per consentire la migliore sostenibilità del servizio ai cittadini soprattutto nei territori montani. Ho quindi proposto - conclude Giovanni D'Amico - di ripartire dal protocollo del 2010 per avviare una revisione in coordinamento con la Giunta regionale, il Consiglio delle Autonomie Locali e l'Anci Abruzzo al fine di consentire che l'organizzazione dei servizi in Abruzzo, abbia una costante supervisione nell'interesse di tutti i cittadini abruzzesi. Ho chiesto al Presidente della Commissione, infine, di convocare la Giunta, il CAL e l'Anci con la massima urgenza. La mia proposta è stata condivisa all'unanimità dalla commissione consiliare».
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