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Pubblicato il 18/04/2013 22:10

Pescara, il Comune lancia il patto di cittadinanza

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"Si chiama ‘Patto di Cittadinanza' ed è un esperimento di ‘cittadinanza partecipata' in cui le fasce più fragili della popolazione, anziani, diversamente abili, giovani in condizioni di disagio, saranno chiamati a dire quali sono le proprie esigenze primarie, aiutando la pubblica amministrazione a indirizzare meglio la propria azione di governo. Partner del Comune in tale nuova impresa saranno la Facoltà di Scienze Sociali dell'Università ‘d'Annunzio', la Caritas, il Centro Servizi per il Volontariato e le Cooperative e associazioni sociali che operano da sempre nel settore. Ovviamente i risultati della sperimentazione verranno vagliati, studiati, e soprattutto inseriti nell'azione del Piano di Zona sociale, consentendoci di potenziare quei settori ritenuti strategici ed evitando la dispersione delle risorse". Lo ha annunciato il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia nel corso della conferenza stampa odierna convocata con il professor Antonello Canzano, la docente Eliana Di Giacomo e il consigliere comunale Livio Marinucci.
"L'impegno profuso nel settore delle Politiche sociali dalla nostra amministrazione comunale negli ultimi quattro anni è stato enorme - ha sottolineato il sindaco Albore Mascia - attraverso un Piano di Zona Sociale che assorbe ben 10milioni di euro del nostro bilancio, probabilmente la voce più importante della nostra manovra finanziaria proprio perché siamo tutti consapevoli di quanto sia aumentata l'incidenza del disagio sociale sulla vita quotidiana. Ormai quasi quotidianamente sentiamo parlare dell'incremento dell'esercito dei cosiddetti ‘nuovi poveri', pensionati, famiglie monoreddito, tutti coloro che sino a qualche anno fa costituivano la cosiddetta ‘classe media', con un tenore di vita assolutamente accettabile, e che oggi, con un mutuo sulle spalle, magari i figli all'università o comunque a scuola, si sono ritrovati a non riuscire più a reggere il peso del costo della vita, aumentato in maniera esponenziale, e si sono visti costretti a ricorrere al supporto della pubblica amministrazione, con i nostri servizi sociali, o anche delle parrocchie e di altre Istituzioni, per fronteggiare le proprie difficoltà, dal pagamento di una bolletta o di una rata mutuo sino alla copertura di eventuali spese mediche, ma anche alla più elementare spesa alimentare quotidiana, e lo sa bene la Caritas che ogni giorno prepara centinaia di pasti non solo da consumare nella mensa di via Bardet, ma anche da asporto, per coloro che magari hanno pudore di mostrare il proprio disagio di vita. Ed è evidente che, a fronte di tali esigenze, l'amministrazione comunale è il primo front office del cittadino, la prima finestra alla quale rivolgersi per un aiuto, un conforto concreto, una misura di sostegno per superare tale disagio. Negli ultimi quattro anni, attraverso il Piano di Zona sociale, l'amministrazione comunale, con l'assessore alle Politiche sociali Guido Cerolini, ha attivato una vera Rete di aiuto che ha messo in collegamento tutte le Associazioni e Organizzazioni di volontariato che operano nel settore, creando anche delle specializzazioni e mettendo a frutto anche le peculiarità di ciascuna di esse. Con la Caritas abbiamo attuato mille progetti, come quello del dormitorio, oggi in dirittura d'arrivo, il microcredito, già al terzo anno di operatività. Ma le Politiche sociali comprendono un raggio d'azione ben più vasto, e parliamo della diversabilità, che già oggi ci vede partner di decine di associazioni, come Diversuguali, per la redazione di progetti tesi all'abbattimento delle barriere architettoniche, o per garantire l'accompagnamento e l'assistenza domiciliare anche agli studenti portatori di disabilità. Senza dimenticare poi quelle azioni amministrative destinate alla Terza Età, con l'attivazione del Centro Operativo sociale che ci permette di garantire tutta una serie di servizi, come il monitoraggio dei nostri anziani che vivono soli, l'accompagnamento negli ambulatori, la consegna a domicilio della spesa, l'assistenza domiciliare non solo sanitaria. Insomma parliamo di un ventaglio di opportunità e di offerte, già fruibili e tangibili, al quale oggi vogliamo aggiungere una nuova sperimentazione, quella del Patto di Cittadinanza"

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