"Premesso che non credo ad 'aggressioni giudiziarie' ne' a complotti, ne' a dietrologie di alcuna natura, ma credo che sia diritto della magistratura indagare, della stampa informare e dei cittadini ad essere informati, nonche' di chi e' inquisito a potersi difendere, do conto di come si sono svolti i fatti". Lo afferma Cesare D'Alessandro consigliere regionale (Idv) uno dei 25 indagati nell'inchiesta della Procura di Pescara su presunte spese gonfiate in viaggi istituzionali. "Riguardo alla missione a Verona (Vinitaly) - spiega - e' avvenuto esattamente l'opposto di quanto contestato, ovvero che 'nell'esibire le ricevute fiscali e nell'omettere scientemente di indicare l'utilizzo della camera d'albergo insieme ad altra persona e che i pasti erano stati consumati da 2 persone'. In realta', nel prospetto di riepilogo spese fornito in copia conforme, si chiede espressamente la liquidazione al 50% delle spese d'albergo e di vitto. A tal fine e' sufficiente assumere informazioni dai funzionari degli uffici preposti. Riguardo alla missione a Varenna (Convegno Studi Amministrativi) - spiega sempre D'Alessandro - gli scontrini/fattura sono regolarmente allegati e per quanto attiene la fattura di 80 euro della taverna Colleoni dell'Angelo, e' avvenuto esattamente il contrario di quanto contestato: 'nell'esibire le ricevute fiscali e nell'omettere scientemente di indicare l'utilizzo della camera d'albergo insieme ad altra persona e che il pasto era stato consumato da 2 persone; nel non aver esibito ricevute relative ai pasti consumati per complessivi 60 euro'. In realta', la cena fu consumata non da 2, ma da 3 persone, di cui 2 consiglieri regionali. La somma dovuta fu interamente liquidata di propria tasca dai suddetti consiglieri, ai quali fu rilasciata ricevuta fiscale, su specifica richiesta degli stessi, per un importo notevolmente ridotto di 80 euro ciascuno. Per quanto attiene il pernottamento in albergo, il prezzo per la camera uso singola e quello per la camera uso doppia era sostanzialmente identico, come risulta dalla libera visione del sito internet dell'hotel. Riguardo il fatto di non aver esibito ricevuta relativa al pasto di 60 euro - prosegue il consigliere dell'Idv - la stessa esiste ed e' agli atti. Altrimenti non si vede come gli uffici preposti avrebbero potuto corrispondere il relativo rimborso"
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