gestionale telefonia Gestionale Telefonia
HOME » POLITICA » CIALENTE: "L'AQUILA è ALLA FAME"
Pubblicato il 07/09/2012 20:08

Cialente: "L'Aquila è alla fame"

aquila, cialente, emergency

Il sindaco interviene all'evento di Emergency

'Siamo cornuti e mazziati. Ci siamo sentiti dire che gli emiliani sono bravi e gli aquilani sanno solo piangersi addosso'. Lo ha detto il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ieri sera nel corso dell'evento inaugurale dell'incontro nazionale promosso da Emergency all'Aquila, ancora in ginocchio dopo il terremoto del 2009. 'L'Aquila e' una citta' alla fame - ha proseguito il sindaco -, nonostante ci siano in fondi, in particolare per l'edilizia, da sempre un volano, la poverta' colpisce cittadini che stavano bene e non sono abituati a questa condizione. La responsabilita' e' da ricercare negli errori commessi facendo cose finalizzate a controllare gli affari della ricostruzione'.

'Siamo in una sorta di imbuto. Ci hanno tolto il diritto alla speranza di rialzarci in piedi'. E' la denuncia arriva dal sindaco dell' Aquila, Massimo Cialente, ieri sera nel corso dell'evento inaugurale dell'incontro nazionale promosso da Emergency all'Aquila, ancora in ginocchio dopo il terremoto del 2009.

'Siamo stati fermi 18 mesi per burocrazia, incapacita' e confusione - ha aggiunto -, e' fondamentale ripartire e dare speranza. Oggi sono circa 30mila i cittadini ancora fuori dalle loro case e che non sanno quando potranno rientrare. Una condizione drammatica'. Cialente ha lanciato un messaggio al governo con l'invito accelerare i tempi del 'passaggio normativo per il quale queste settimane sono decisive'. 'Oggi non si puo' piu' mettere un chiodo, e' tutto fermo, la comunita' prova rabbia, rassegnazione, frustrazione, bisogna fare presto. Noi ci attacchiamo a tutto per ripartire'.

Tra le tante le lettere dell'alfabeto dei diritti e delle priorita' che Emergency ha voluto dedicare ieri sera all'Aquila scelta per l'incontro nazionale che si svolge nella tensostruttura allestita in piazza Duomo nel cuore del centro storico ancora ferito dal terremoto del 6 aprile 2009, e' tornata piu' volte d'attualita' la erre. Erre come riscatto, rischio di rassegnazione, ma anche erre come rivoluzione. Le altre parole risuonate nell'evento annuale che segna un impegno di 18 anni con circa 5 milioni coinvolti in fatti di guerra, sono A come armi, B come bellezza, C come costituzione, D come diritti. E poi M come Medicina, P come pace, U come uguaglianza, P come volontari. 'Erre? Io per la verita' preferirei la 'elle' - ha commentato il presidente di Emergency, Cecilia Strada, - e penserei alla parola lezione, quella che L'Aquila potrebbe dare all'Italia se solo il nostro paese avesse la voglia di ascoltarla'. Anche Gino Strada, fondatore storico di Emergency, ha voluto usare la stessa lettera, ma con un maggiore slancio di ottimismo: 'la erre mi fa pensare a ricostruzione, a ricchezza umana. Mi sembra di capire che ci sia questa voglia a L'Aquila, per questo abbiamo fatto la scelta di venire nuovamente qui in questa citta'. Ci sono intelligenze giovani che non vanno disperse e anche grazie a loro ci saranno buone speranze per ripartire'. 'Le lettere le sceglierei tutte per L'Aquila ma penso sia la R la piu' indicata - ha dichiarato il vignettista Vauro - e che fa pensare a 'rivoluzione', l'esatto contrario di rassegnazione. Bisognerebbe ribellarsi a questo stato di immobilita', che vede oggi L'Aquila come tre anni fa. Nulla sembra essere cambiato. Io vedo solo tubi, gabbie, impalcature. Esiste - ha proseguito - un conflitto tra le parole e lo sguardo. Forse ci stiamo assuefacendo all'emergenza, che oggi piu' che mai e' emergenza democratica'.

© Riproduzione riservata

Condividi:

Articoli Correlati



Utenti connessi: 4