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Pubblicato il 07/09/2014 19:07

74enne morto in ascensore, un arresto cardiaco la causa del decesso

montesilvano, morto, ascensore

Fermata una 33 enne nigeriana

Sarebbe stato un arresto cardiocircolatorio e non una emorragia cerebrale come si era ipotizzato all'inizio a uccidere il 74enne Donato Pangiarella di Spoltore, ritrovato in un ascensore di un condominio a Montesilvano. E' quanto trapela dopo l'esame autoptico a cui e' stato sottoposto il pensionato dal medico legale Cristian D'Ovidio. In queste ore la procura di Pescara ha effettuato il fermo di una 33enne nigeriana con l'accusa di omicidio preterintenzionale. Domani la Procura chiedera' la convalida dell'arresto. Sempre domani verranno effettuati i sopralluoghi su appartamento e ascensore che sono stati posti sotto sequestro. A quanto si e' appreso la donna nelle sue dichiarazioni avrebbe detto che l'uomo avrebbe raggiunto da solo e barcollante l'ascensore: per il medico legale la ferita alla tempia e' compatibile con una spinta alle spalle, mentre la nigeriana dice di averlo allontanato dal davanti. Quindi il Pangiarella si sarebbe prima ferito e poi diretto verso l'ascensore. Da qui, forse per l'emozione, l'arresto cardiaco. Spettera' quindi alle indagini chiarire cosa sia successo.

 

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Una 33enne nigeriana è indagata per omicidio preterintenzionale nei confronti del 74enne Donato Pangiarella di Spoltore trovato morto in un ascensore di Montesilvano al civico n.9 di via Cerrano. Secondo una prima ricostruzione sommaria degli inquirenti, alla base della lite potrebbe anche esserci una questione di tipo sessuale, ma non si conoscono ulteriori particolari. Ne fornira' di piu' l'autopsia che sara' svolta in giornata, e che dovra' specificare se Pangiarella e' morto per cause naturali, come parrebbe ad un primo esame superficiale, e che tipo di ferita sia quella riscontrata sul capo, forse causata dalla caduta ma che non sembra letale. La donna e' stata sottoposta a fermo di polizia, forma di arresto non in flagranza di reato ma ritenuto il pericolo di fuga, e tradotta nel carcere di Pescara. 

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