E’ stato presentato, questa mattina, a Teramo, in Provincia, il progetto "Maia: una casa per le donne", iniziativa finanziata dal Dipartimento nazionale per le Pari Opportunità e che vede come soggetto promotore la Consigliera di Parità regionale, Letizia Marinelli.
Il progetto, di cui la Provincia di Teramo è capofila, prevede il potenziamento della rete dei centri antiviolenza e la realizzazione, sul territorio provinciale, di una casa rifugio, una struttura residenziale di valenza regionale ad indirizzo protetto per le donne vittime di maltrattamenti che aprirà i battenti a gennaio 2013. "In due anni sono arrivati finanziamenti per circa 400 mila euro – ha sottolineato la Marinelli – e questo lo si deve principalmente alla capacità di costruire una rete che ha coinvolto in primis la Provincia di Teramo attraverso il centro antiviolenza "La fenice", le amministrazioni comunali di Pescara, Teramo e Chieti, il consultorio Alpha di Chieti, il centro Ananke di Pescara e la sottoscritta in qualità di soggetto promotore. Il presupposto essenziale per il raggiungimento degli obiettivi – ha proseguito – è stata proprio l’unione delle forze attraverso la costituzione di un’ATS, un’associazione temporanea di scopo. Questo ha consentito, in primo luogo, di mettere al bando inutili protagonismi e poi di creare le premesse per intercettare un cospicuo volume di risorse. Infatti, lavorare in rete ci ha permesso di ottenere un punteggio più alto nelle griglie di valutazione". Nel corso dell’incontro odierno, è emersa, in particolare, la necessità di modificare la legge regionale sui centri antiviolenza per fare in modo che il personale in servizio nei centri, attraverso l’inserimento nella normativa di criteri qualitativi, sia il più qualificato possibile. Inoltre, si è concordato sulla scelta di prevedere interventi più mirati e peculiari in tema di assistenza a bambini vittime o spettatori di violenze, alla luce della particolare sensibilità e vulnerabilità di questi soggetti.
"In tema di violenza di genere, – ha aggiunto la Consigliera Marinelli – uno snodo nevralgico è rappresentato, senza dubbio, dalla necessità di una adeguata programmazione regionale all’interno della quale far calare tutta una serie di interventi volti a prevenire efficacemente, su tutto il territorio, i casi di violenza. Tuttavia, per ottenere risultati concreti, – ha spiegato la Consigliera di parità – dovrà essere attivato l’intero percorso della rete antiviolenza. A cominciare dai centri di ascolto ai quali la donna vittima di violenze si dovrà rivolgere in prima battuta per proseguire poi con le case rifugio, qualora si ritenga che si trovi esposta a gravi rischi per l’incolumità fisica o addirittura per la vita. Per concludere, infine, con la fondamentale fase del reinserimento sociale e lavorativo nella vita di tutti i giorni".
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