Erano 2.930, nell'anno scolastico 2012-2013, i bambini di eta' tra zero e due anni iscritti agli asili nido comunali abruzzesi. La spesa impegnata per gli asili nido e' stata di circa 19 milioni di euro, di cui 3,5 milioni (18,7%) pagati dalle famiglie e 15,5 milioni a carico dei comuni. E' quanto emerge da un approfondimento dell'Istat. La spesa media per utente si suddivide tra la quota pagata dai Comuni, pari a 5.287 euro (6.337 in Italia), e la quota pagata dagli utenti, 1.216 euro (1.511 in Italia). La percentuale di Comuni che offrono il servizio di asilo nido e' pari al 36,4%, mentre i bambini che usufruiscono di asili nido sono l'8,8 dei residenti tra zero e due anni. L'1% dei bambini, circa 330, ha usufruito di servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia.
I Comuni del Sud mantengono un andamento leggermente crescente dal 2004 al 2010, passando da 131 euro a 202 euro per bambino residente, ma la distanza dal resto del Paese rimane significativa e la crescita si interrompe nel 2011 (198 euro per bambino); nel 2012 la spesa pro-capite si attesta sui 203 euro per bambino, valore quasi quattro volte inferiore rispetto alla media italiana. Nell'anno scolastico 2011/2012, nelle quattro regioni Emilia-Romagna (25%), Valle D'Aosta, Provincia Autonoma di Trento e Toscana i valori medi regionali dell'indicatore di presa in carico superano il 20% (Figura 3). Livelli tra il 15% e il 20% si registrano in Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche e Lazio. Livelli tra il 10% e il 15% sono relativi a Liguria, Umbria, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Veneto, Molise e Sardegna. Hanno valori compresi fra 5% e 10% l'Abruzzo, la Basilicata e la Sicilia, mentre al di sotto del 5% vi sono la Campania, la Puglia e la Calabria. Dal punto di vista della presenza dell'offerta pubblica sul territorio, quasi tutte le regioni del Nord Italia e la Toscana contano più del 70% di Comuni coperti dal servizio; nella categoria successiva, fra il 35% e il 70%, si trovano l'Umbria, le Marche, l'Abruzzo e la Puglia ; fra il 25% e il 35% vi sono la Sicilia, la Sardegna, il Lazio, la Basilicata e la Provincia Autonoma di Trento; in Piemonte, in Molise e in Campania i comuni che garantiscono il servizio sono fra il 10% e il 25% e solo la Calabria presenta un livello regionale copertura inferiore al 10% (l'8,6%, contro il 13% dell'anno precedente e il 15,9% di due anni prima).
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