Davide Rosci vede confermarsi in Appello la condanna a sei anni di reclusione per l'assalto al blindato dei carabinieri negli scontri di Roma dell'ottobre 2011, ma i giudici del secondo grado hanno disposto la modifica del regime cautelare, concedendo i domiciliari al 32enne leader di Azione Antifascista di Teramo, detenuto nel carcere di Viterbo e al centro di una querelle sui continui trasferimenti da un penitenziario all'altro. Sotto questo profilo, il processo d'Appello celebrato oggi pomeriggio a Roma e' stato un successo per le difese. Nello stesso processo Mirco Tomassetti, il giovane di Mosciano Sant'Angelo a giudizio con Rosci e altri tre teramani per lo stesso episodio (difeso dall'avvocato Nello Di Sabatino), e' stato assolto per non aver commesso il fatto: dinanzi al gup di Roma era stato condannato a 6 anni di reclusione. Ridotte le pene per: Mauro Gentile e Marco Moscardelli, 5 anni invece dei 6 del primo grado, e per Cristian Quatraccioni, 4 anni e 8 mesi invece dei 6. La differenza di trattamento sulla pena per Rosci rispetto agli altri imputati teramani deriva dalla mancata concessione delle attenuanti generiche, in virtu' dei precedenti penali del giovane. I cinque teramani, assieme a un sesto imputato romano, rispondono dell'assalto armato al furgone blindato dei carabinieri nel corso degli scontri del 15 ottobre 2011 a Roma durante la "Giornata dell'indignazione", con le accuse di resistenza pluriaggravata, devastazione e saccheggio.
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