Prima vittima di usura, poi di estorsione. Un piccolo commerciante marsicano a causa di una momentaneo bisogno di liquidita', era caduto nella trappola ordita da un gruppo criminale, rimanendo "strozzato" in una morsa di ricatti e minacce che in poco tempo lo avevano portato a chiudere il proprio negozio, fatto oggetto di quotidiane "visite" da parte degli estorsori. Vessazioni e soprusi sono finiti oggi con l'arresto di due persone dopo che l'uomo, non sapendo piu' come fronteggiare la situazione, si era rivolto ai carabinieri. Stamani, infatti, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Avezzano hanno dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal gip del locale Tribunale e a decreti di perquisizioni domiciliari nei confronti di due persone domiciliate ad Avezzano, ritenute responsabili dei reati di estorsione ed usura in concorso.
I provvedimenti restrittivi, firmati dal giudice Paolo Andrea Taviano, su richiesta del pm Guido Cocco, rappresentano l'epilogo delle indagini di polizia giudiziaria svolte dai militari dell'Arma a seguito della denuncia presentata dall'uomo la scorsa estate. Il contesto delinquenziale - spegano i carabinieri - trova radici nella comunita' Rom di Avezzano, da sempre dedita a questo tipo di reati, ma in questo caso a finire in manette oltre a un trentanovenne e' stato anche il suo complice, un sessantatreenne avezzanese. Ad approfittare dello stato di bisogno del piccolo imprenditore era anche la moglie del rom, energica complice, per la quale, dovendo rispondere dello stesso reato, e' stata tuttavia applicata una misura cautelare non detentiva.
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