"E' stata una bravata". Con queste parole, interrogati dagli agenti della squadra Mobile dell'Aquila coordinati dal dirigente Maurilio Grasso, si sono difesi i quattro ragazzi di 14 e 15 anni denunciati all'Aquila dopo un blitz nella scuola media "Alighieri". Hanno spiegato che, il giorno dopo, erano tornati davanti alla scuola per scusarsi con quei ragazzini piu' piccoli che avevano terrorizzato, picchiando anche uno di loro. Da quanto si apprende, la Polizia non crede fino in fondo a questa giustificazione, percio' ha disposto le denunce e inviato gli atti alla Procura per i Minorenni, in particolare, al pubblico ministero Antonio Altobelli, che coordina le indagini. I giovani, che frequentano tutti la prima classe di un vicino istituto superiore, hanno aggiunto "non volevamo fare niente". Tutti i giovani sono di buona famiglia. Una volta concluse le indagini potrebbero essere emesse o meno misure per i giovani, e potrebbero essere coinvolti anche assistenti sociali per una serie di controlli, per quanto riguarda l'ambito penale. Nell'ambito civile c'e' invece il rischio di una causa per risarcimento danni che potrebbe essere intentata dalle vittime degli atti di bullismo. Intanto e' definitivamente accertato che il quinto giovane su cui sono stati svolti accertamenti e' estraneo ai fatti e non ha partecipato al blitz. Come appurato dalle indagini e' solo un amico dei quattro. Anche per i bidelli, oggetto di approfondimenti in una prima fase per valutare se ci fossero state omissioni, non ci saranno strascichi. Dalle testimonianze del dirigente d'istituto, Giuliano Tomassi, emerge tuttavia che la scuola ha carenza di personale e non c'e' un collaboratore scolastico per ogni piano, come sarebbe invece obbligatorio.
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