"Non volevo far male a nessuno. Ero esasperato. Non volevo farmi giustizia da solo, ma segnalare la lungaggine del sistema giudiziario". Si e' difeso sostanzialmente cosi', oggi, davanti Tribunale collegiale di Pescara, il 'bombarolo' , Roberto Di Santo, 58enne di Roccamontepiano, arrestato a gennaio 2013 a Rosciano dopo dieci giorni di latitanza, con l'accusa di vari atti incendiari a Pescara e a Chieti. L'imputato, che ha parlato poco piu' di 30 minuti, ha ammesso tutti gli addebiti. Al termine del suo esame ha chiesto al collegio di tornare i liberata' per qualche giorno per produrre prove. Il Tribunale ha respinto la richiesta. L'udienza e' stata rinviata al prossimo 7 gennaio per la discussione.
Nello specifico Di Santo e' accusato di aver piazzato un ordigno incendiario a Cepagatti, di aver dato fuoco alla macchina della sorella davanti al Tribunale di Chieti e di aver appiccato un incendio in una ex casa famiglia, sempre nel chietino
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