"Non e' cercando capri espiatori che si tutela il bene dell'ambiente. Dobbiamo trovare una soluzione normativa che imponga la bonifica, che consenta di risanare tutte le aree dell'Italia dove le conseguenze dell'inquinamento si sentono": cosi' Paola Severino, ex ministro della Giustizia, legale di uno dei 19 imputati, fra ex dirigenti e tecnici Montedison, nel processo in Corte d'Assise a Chieti per le cosiddette discariche dei veleni scoperte nel 2007 a Bussi sul Tirino. Severino, che difende Mauro Molinari, lo ha detto in una pausa dell'udienza odierna, la prima dedicata ai difensori degli imputati. "Non e' cercando capri espiatori che si tutela il bene dell'ambiente, bene al quale noi tutti teniamo e che tutti dobbiamo tutelare, ma che si tutela chiedendo che tutta quelle imprese e lo stesso Stato intervengano, visto che per decenni ci sono state zone che hanno subito le conseguenze di un'attivita' industriale. Non e' attraverso il processo penale ai singoli che si puo' trovare la soluzione. Dobbiamo cominciare a dirlo, dobbiamo cominciare a chiederlo e qui tutti lo dobbiamo fare, le associazioni di categoria, difensori degli imputati, non c'e' differenza, siamo tutti cittadini, siamo tutti interessati a che l'ambiente, l'atmosfera in Italia ritornino a essere quelli che erano nei primi decenni dello scorso secolo".
Non c'erano norme di tutela ambientale nel periodo, fra il 1963 e il 1971, in cui la discarica Tremonti e' stata realizzata per cui e' da ritenere legittima. E' quanto ha detto in sostanza, argomentando la sua posizione su basi giuridiche, l'avvocato Riccardo Villata oggi nella seconda udienza dedicata alle difese nel processo ai 19 imputati per le cosiddette discariche dei veleni a Bussi , che si sta celebrando davanti alla Corte d'Assise di Chieti. Villata, che in questo processo difende Camillo Di Paolo, che e' stato responsabile della protezione e sicurezza ambientale dello stabilimento di Bussi, ha evidenziato, secondo quanto e' stato possibile ricostruire (il processo si tiene a porte chiuse visto che si celebra con rito abbreviato e il legale non ha rilasciato dichiarazioni agli organi di informazione) che, in virtu' della successione di norme giuridiche in materia ambientale, la creazione della discarica e' avvenuta in un arco temporale in cui cio' non costituiva un illecito e che dunque essa non era abusiva. Secondo questa logica, dunque non inquinante da un punto di vista giuridico e quindi non penalmente perseguibile. E, sempre secondo la difesa, che non si possono imputare le condotte a chi e' arrivato a Bussi 20 anni dopo e non era a conoscenza dell' esistenza della discarica e non aveva alcun obbligo di attivarsi. Un limite, quello dei venti anni, riconducibile all' entrata in vigore del decreto Ronchi che invece ha sancito l' obbligo della bonifica. L'udienza e' terminata intorno alle 14,00. In mattinata aveva parlato, sempre per la difesa di un altro imputato, Mauro Molinari, un consulente della Montedison che aveva redatto un piano ambientale, l'avvocato Paola Severino. Sia Severino che Villata hanno chiesto l'assoluzione per i rispettivi assistiti. La prossima udienza, dedicata ancora alla difesa degli imputati, e' fissata per il prossimo 31 ottobre.
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