Sono 12 i siti minerari pericolosi in Abruzzo, chiusi o abbandonati su un totale di 622 per l'intera Italia. Le strutture di deposito dei rifiuti di estrazione chiuse o abbandonate a breve o medio termine, possono rappresentare una grave minaccia per la salute umana o l'ambiente. La mappa arriva dall'Ispra, e costituisce la versione provvisoria dell'inventario previsto dalla direttiva 2006/21/Ce del 15 marzo 2006, relativa alla 'gestione dei rifiuti delle industrie estrattive'.
Tale Direttiva, attuata con Dd 117/2008, oltre a prevedere un ottimale sistema di gestione per i rifiuti prodotti dalle attivita' estrattive in essere, richiede la realizzazione dell'inventario delle strutture di deposito dei rifiuti di estrazione chiuse (art. 20 del DL 117/2008), incluse quelle abbandonate, individuate come quelle 'che hanno gravi ripercussioni negative sull'ambiente o che, a breve o medio termine, possono rappresentare una grave minaccia per la salute umana o l'ambiente'.
Dei 622 siti segnalati nella banca dati provvisoria dell'Ispra, il rischio e' alto per 108, medio alto per 207 e medio per 307. La ripartizione regionale, invece, vede la Sardegna collocarsi al primo posto con 209 siti. Seguono la Lombardia (128) e la Toscana (80). C'e' poi: Piemonte (50 ), Trento(35), Lazio (21), Liguria (19), Sicilia (18), Abruzzo (12), Bolzano (12), Veneto (11), Valle d'Aosta (10), Calabria (8), Friuli Venezia Giulia (6), Emilia Romagna (2) e Molise (1).
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