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Pubblicato il 20/06/2013 08:08

Ecomafie 2013, l'Abruzzo si sposta dal decimo al quattordicesimo posto della classifica nazionale

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Il rapporto di Legambiente

All'indomani della presentazione del rapporto Ecomafia 2013 ecco il quadro abruzzese: l'Abruzzo si sposta dal decimo al quattordicesimo posto della classifica nazionale dei reati ambientali.
A fronte degli oltre 34mila scoperti in Italia, numero stabile da almeno due anni, i reati accertati nel 2012 in Abruzzo sono stati 822 a fronte dei 1054 del 2011 (-22%). Potrebbe essere una bella notizia per la nostra regione, ma non basta, specie se si pensa che negli ultimi due anni sono aumentati del 62% gli incendi dolosi, colposi e generici: se già nel 2011 erano 119 contro i 85 del 2010 (+40%), nel 2012 sono stati 138 (+15%).
Il calo più evidente rispetto alla scorsa edizione del dossier, nonostante il numero sia spropositato per la Regione dei Parchi, è nei reati contro la fauna: 151 sono le infrazioni accertate nel 2012, a fronte delle 259 del 2011 (-42%).
Un calo si riscontra nel settore del ciclo del cemento, con 165 reati contro i 253 del 2011 (-35%), ed uno più leggero è nel settore del ciclo dei rifiuti (203 infrazioni accertate contro le 233 del 2011). Sia nel ciclo del cemento sia in quello dei rifiuti, la metà dei reati accertati è localizzata nella provincia de L'Aquila. Pressoché stabile resta infine il settore del patrimonio artistico, con 30 furti nel 2011 (nel 2010 erano stati 29).
«I segnali nell'insieme sono positivi e l'Abruzzo deve stringere sempre più un vero patto per l'ambiente e la legalità, al fine di contrastare l'unica economia che continua a proliferare anche in un contesto di crisi generale - dichiara Luzio Nelli, membro della segreteria regionale dell'associazione - La situazione nazionale impone l'adozione di un pacchetto di misure indispensabili per contrastare in maniera più efficace la minaccia rappresentata dai fenomeni di criminalità ambientale che avvelenano il nostro Paese e la nostra regione. La politica, in tal senso, ha il dovere di supportare gli sforzi e i successi delle forze dell'ordine e della magistratura, che troppo spesso appaiono all'opinione pubblica isolate nella lotta alla criminalità».

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