E' emergenza sanitaria nel carcere di Sulmona. Pochi medici e oltre il 50% dei 400 detenuti con problemi psichici, piu' un protocollo di intesa per l'assistenza psicologica, firmato con la Asl, che non e' stato rispettato. E' quanto emerge dal rapporto del dirigente medico del carcere, Fabio Federico, consegnato nei giorni scorsi alla direzione del carcere e alle organizzazioni sindacali. Al momento lavorano nel penitenziario peligno solo due psichiatri, uno per 36 ore a settimana e l'altro per due; ci sono poi uno psicologo e uno psicoterapeuta a 18 ore settimanali e nessun infermiere specializzato, ma solo personale generico con contratti di quattro mesi mesi.
Da quando e' stato firmato il protocollo di intesa nell' ottobre del 2011, ci sono stati tre agenti aggrediti, tre tentativi di suicidio sventati dagli agenti penitenziari e un detenuto che ha dato fuoco alla sua cella mettendo a rischio l' intera sezione. Sui 10 medici in servizio solo due sono assunti a tempo indeterminato gli altri sono tutti medici ex Sias, con contratti semestrali e senza garanzie legali e previdenziali.
Nella relazione di Federico si mette anche in evidenza il conseguente stress psicofisico degli agenti penitenziari: nel 2012 si sono riscontrati 95 eventi critici, con 35 agenti che hanno sofferto di patologie psichiche e 2 mila e 974 giorni lavorativi persi.
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