Sono 17 le persone sotto inchiesta per le presunte false relazioni di controllo sui veicoli che effettuavano i trasporti eccezionali della Walter Tosto Serbatoi. Stando a quanto riportato dal quotidiano "Il Messaggero", il pm Rosangela Di Stefano ha chiesto il processo per le 17 persone. L'udienza preliminare è stata rinviata a novembre per una inchiesta che tocca il vertice della società teatina leader mondiale nel settore della caldareria ovvero il legale rappresentante, Luca Tosto e di un dipendente addetto alle pratiche amministrative, Aldo Raspa, accusati di abuso d'ufficio e falso ideologico; c'è poi Domenico Di Primio, funzionario della Motorizzazione di Chieti accusato di falso ideologico in concorso con Tosto e Raspa per una revisione. Accusa di falso ideologico per dieci capi pattuglia della Polizia stradale: Franceschino Petracca, Antonio Scarinci, Antonio Paolini, Fabrizio Angelini, Valentino Carrieri, Bruno Conti, Cesario Monteferrante, Alfonso De Nardis, Carmine Barbacane, Giuseppe Ragusa. Concorso in abuso d'ufficio con Raspa e Tosto anche per un istruttore tecnico dell'ufficio traffico del Comune di Chieti, Mauricio Malcangi e per Corrado Cervelli e Alessandro Tana, rispettivamente istruttore tecnico e dirigente dell'ufficio trasporti eccezionali del compartimento Anas dell'Aquila. Tosto e Raspa sono accusati anche di falso ideologico unitamente a Giovanni Chiaracane, funzionario della Motorizzazione di Chieti per un'attestazione su due semirimorchi.
Leggendo ancora l'articolo pubblicato sull'edizione regionale del quotidiano Il Messaggero, viene riportato che "per quanto riguarda i poliziotti addetti alla scorta dei carichi eccezionali della Wts l'indagine si è concentrata sulle relazioni di controllo sui veicoli, false secondo l'accusa, perchè i capi pattuglia non avrebbero effettuato i prescritti controlli sul carico da scortare, controfirmando il modulo prestampato predisposto e già compilato dalla ditta. Per l'avvocato Vittorio Supino, che difende Malcangi e tre poliziotti tutto è stato dedotto dal fatto che nel computer di Raspa sono stati trovati i modelli già predisposti. In realtà, sempre secondo la difesa, i controlli si facevano, accertando la rispondenza fra i dati del carico e quanto veniva dichiarato e la modulizzazione serviva solo per stringere i tempi". Per l'avvocato Roberto Ferrone, difensore di Angelini, l'ufficio servizi e scorte era a conoscenza di quella che era diventata negli anni una prassi e, a testimonianza del fatto che i controlli si facevano, il suo assistito verificò che una delle misure del carico, da lui presa personalmente, non corrispondeva a quella riportata nel modulo prestampato. Le accuse di abuso contestate a Malcangi, Cervelli e Tana si riferiscono al rilascio di autorizzazioni".
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