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Pubblicato il 18/06/2014 23:11

Inchiesta sulla Ricostruzione, tre nuovi indagati

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C'è anche Magani

Tre nuovi indagati spuntano fuori dall'inchiesta della procura della Repubblica dell'Aquila denominata "Betrayal" su presunte tangenti nella ricostruzione di beni culturali ed ecclesiastici del capoluogo abruzzese che ha portato all'arresto di 5 persone e all'iscrizione sul registro di altri 12. Si tratta di 3 delle persone che ieri mattina sono state oggetto di perquisizione domiciliare. Tra questi Fabrizio Magani, che fino al 16 aprile scorso e' stato il direttore regionale dei Beni culturali. 

Magani, che ha ereditato la responsabilita' del recupero di beni culturale ed ecclesiastici dopo la fine della gestione commissariale di Luciano Marchetti, finito ai domiciliari nella stessa inchiesta, e' stato confermato in Abruzzo dal ministro competente Dario Franceschini con una dichiarazione ai giornalisti del 17 aprile scorso, ma e' ancora in attesa della nomina ufficiale che dovrebbe arrivare alla fine del percorso amministrativo attivato nelle scorse settimane. Non a caso, nei giorni passati un gruppo di imprese ha denunciato ritardi nei pagamenti da parte della direzione regionale, addebitabile al fatto che l'erogazione delle spettanze non rientra nell'ordinaria amministrazione, ma deve essere firmata dal direttore in carica. Magani nei mesi scorsi era stato nominato dall'ex ministro Massimo Bray vice commissario del Grande progetto Pompei. Un altro indagato, anch'esso oggetto di perquisizione domiciliare, e' l'avvocato del foro di Bologna Amerigo Penta, esperto di diritto amministrativo per le imprese, appalti, contenziosi e contrattualistica. Il terzo indagato e' un rappresentante della impresa Italiana Costruzioni Spa del gruppo Navarra, la cui sede a Roma e' stata perquisita ieri mattina. Italiana Costruzioni si e' aggiudicata l'appalto pubblico per il restauro della chiesa delle Anime Sante, al centro dell'inchiesta, al termine di un lungo e sofferto iter, in associazione con la Fratelli Navarra Srl. 

A soli due giorni dalla scadenza del suo mandato di vice commissario per la Tutela dei beni culturali, il 29 marzo 2013, Luciano Marchetti si sarebbe gia' assicurato il futuro come libero professionista, autonominandosi direttore dei lavori di ricostruzione della chiesa delle Anime Sante. Una strategia che sarebbe stata concordata con la sua informatrice in seno alla direzione regionale dei Beni culturali, la funzionaria Alessandra Mancinelli, indagata con lui anche per corruzione. Ma quando l'affidamento salta per il no del direttore regionale, Fabrizio Magani, e viene varata una gara a cinque, la selezione con gli altri tecnici viene "confezionata" per far vincere lui, dopo aver "stabilito un cartello di professionisti che potessero fargli assegnare la gara a procedura ristretta". E' quanto emerge tra le pagine dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Romano Gargarella su richiesta dei pubblici ministeri Antonietta Picardi e David Mancini, che ha portato Marchetti e la Mancinelli agli arresti domiciliari e altri due indagati in carcere nell'ambito dell'operazione "Betrayal" su tangenti e appalti nella ricostruzione dei beni culturali

C'e' anche un sito Internet "fantasma", pagato con 40 mila euro di fondi pubblici ma mai realizzato, tra gli affari dell'inchiesta "Betroyal" su presunte tangenti e appalti nella ricostruzione dell'Aquila con 5 arresti, 2 in carcere e 2 ai domiciliari. Un lavoro assegnato attraverso una gara organizzata "facendo in modo che venissero invitate ditte che non avevano i requisiti richiesti dal bando", cosi' da determinare la vittoria della ditta International Outsourcing, come si legge nell'ordinanza del Gip Giuseppe Romano Gargarella. Per questo motivo sono stati indagati per concorso in turbativa d'asta l'ex vice commissario per i Beni culturali Luciano Marchetti, la funzionaria della direzione regionale Alessandra Mancinelli, il suo compagno Vincenzo Altorio e la titolare della ditta Ilona Busova, di nazionalita' ceca ma residente a Chieti. L'obiettivo degli indagati era "mandare deserta la procedura di gara e concedere il lavoro con affidamento diretto alla ditta International Outsourcing per la somma di 39.970 euro". Dagli atti risulta anche che la Busova "aveva gia' siglato un contratto con l'Automitica Officina di Vincenzo Altorio per la somma di 29.607, 49 euro, per la ricerca, organizzazione, sviluppo e data entry di contenuti, testi immagini e filmati per la realizzazione di un sito web commissionato dal vice commissario delegato per la Tutela dei beni culturali, Luciano Marchetti". Il contratto, non trovato dagli investigatori, e' stato firmato l'8 agosto 2011, "precedente di mesi rispetto all'incarico che sara' conferito alla Busova". Il gip conclude facendo notare che "malgrado non si sia ottenuta la realizzazione del sito, il lavoro alla International Outsourcing e' stato completamente saldato a firma del vice commissario, pochi giorni prima della scadenza del suo mandato"

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