Dovrebbe essere emessa il prossimo 20 maggio la sentenza sul processo per il crollo della sede della facolta' di Ingegneria dell'Universita' dell'Aquila a Roio, frazione del capoluogo. Un filone della maxi inchiesta sui crolli della procura della Repubblica aquilana per il quale sono imputati per disastro colposo sette tra progettisti, collaudatori e direttori di cantiere e dei lavori della sede universitaria gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009 anche se non ci sono stati morti ne' feriti.
Lo ha stabilito il giudice Marco Billi nel corso dell' udienza di oggi, in cui e' stato riascoltato il consulente del Tribunale, l'ingegnere Paolo Venditti di Avezzano, come richiesto nella scorsa udienza dal pubblico ministero Fabio Picuti dopo l'audizione del consulente di parte. Al termine Billi ha rinviato al prossimo 6 maggio, quando sara' il turno dell'accusa e delle parti civili per le loro conclusioni. Dopo due settimane, invece, il 20, le conclusioni delle difese e, con estrema probabilita', la camera di Consiglio e la lettura del dispositivo.
Alla sbarra ci sono i progettisti Gian Ludovico Rolli, 79 anni, di Roma, Giulio Fioravanti, 67, di Roma, e Massimo Calda, 63, di Bologna. Sono accusati per avere redatto il progetto architettonico e variante dell'area di ingresso del corpo A in modo incompleto e carente, tra il 1988, quando fu assegnato l' incarico, e il 1994, periodo della realizzazione. Imputati anche gli ingegneri Carmine Benedetto, 47 anni, aquilano, direttore di cantiere; Ernesto Papale, 59, di Roma, direttore dei lavori; Sergio Basile, 78, e Giovanni Cecere, 82, questi ultime due collaudatori.
Le uniche due parti civili sono il Comune dell'Aquila, che si e' costituito in tutti i procedimenti sui crolli, e che in questo caso ha chiesto 1 milione di euro di risarcimento, e l'Ateneo del capoluogo, che ha chiesto oltre 9 milioni: 5,5 di danno patrimoniale e 4 per i danni d'immagine che si sono concretizzati con il calo di iscritti.
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