Per la "Lumen fidei", la luce della fede che e' proposta dall'Enciclica presentata oggi, "si puo' vivere e morire, dando senso alle opere e ai giorni". Lo scrive monsignor Bruno Forte, teologo e poeta prima che arcivescovo di Chieti- Vasto, nella presentazione dell'Enciclica nell'edizione commentata dell'Editrice "La Scuola". "E se fosse un'illusione? Una luce consolatoria? L'enciclica non ignora l'obiezione, ma - risponde il presule - Bergoglio come Ratzinger, non fa sconti alle presunzioni dell'ideologia moderna richiamandone le aporie e insistendo sulla fede piu' pura che nasce nell'incontro con Dio, si nutre alle sorgenti della rivelazione divina custodita e trasmessa dalla Chiesa"
Secondo monsignor Forte, "in questa luce, Papa Francesco rilegge anche il Concilio Vaticano II, che "ha fatto brillare la fede all'interno dell'esperienza umana, percorrendo cosi' le vie dell'uomo contemporaneo". Nell'edizione dell'Enciclica pubblicata da "La Scuola" anche i commenti di Roberto Rusconi, Piero Stefani, Fulvio De Giorgi, Giovanni Santambrogio, Salvatore Natoli. "La prima enciclica firmata da Papa Bergoglio - sottolinea in proposito Forte - diventa cosi' un utile strumento a disposizione di credenti e uomini in ricerca. Indirizzata "ai vescovi, ai presbiteri, ai diaconi, alle persone consacrate e a tutti i fedeli laici", evidenzia sin dall'inizio che un discorso sulla fede e' fecondo solo se di essa si ha una qualche esperienza, indicando anche la delicatezza di Papa Francesco nei confronti dei non credenti, ai quali la fede non puo' certo essere imposta".
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