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Pubblicato il 30/07/2013 11:11

La Finanza di Chieti scopre 120 milioni di euro sottratti a tassazione

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Imprenditore teatino avrebbe spostato la sede dell'azienda in Romania

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Chieti, a seguito di complesse attivita' di indagini di polizia giudiziaria delegate dalla procura, ha scoperto ricavi non dichiarati per oltre 120 milioni di euro da parte di una stabile organizzazione occulta in Italia di societa' con sede in Romania. La stabile organizzazione e' un istituto di diritto tributario che impone alle societa' estere che operano in Italia tramite una sede fissa, di dichiarare al fisco italiano tutti i ricavi ottenuti nel territorio dello Stato. In questo caso, un imprenditore teatino, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte, ha pensato bene di trasferire in Romania la sede legale della propria azienda e continuare a operare in Italia esattamente come aveva sempre fatto precedentemente.

Evidentemente riteneva che fosse sufficiente trasferire formalmente la sede legale all'estero per diventare automaticamente soggetto estraneo al fisco italiano. Formalmente si puo' collocare la sede ovunque si voglia ma se sostanzialmente si opera in Italia, si e' soggetti alla normativa fiscale italiana. La societa' in questione, infatti, pur avendo trasferito la sede legale in Romania, nel periodo dal 2008 al 2012, ha continuato ad operare in Italia utilizzando una struttura nel territorio teatino, dotata di lavoratori, immobili, macchinari, impianti e attrezzature varie. L'attivita' investigativa in questione ha avuto origine da una proficua collaborazione instaurata tra guardia di finanza e polizia stradale. Gli agenti della polizia stradale, infatti, in piu' di un'occasione, nell'ambito controlli effettuati su strada, avevano identificato autisti di nazionalita' romena, dipendenti di societa' romene alla guida di camion italiani.

I verbali, formalmente regolari, erano stati trasmessi alla guardia di finanza di Chieti per le opportune valutazioni. Prendendo spunto dall'esame di quei verbali, i finanzieri hanno scoperto che dietro una parvenza di apparente regolarita', si celerebbe una complessa architettura societaria finalizzata all'evasione fiscale internazionale. La verifica avviata ha consentito al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Chieti, di constatare, negli anni d'imposta dal 2008 al 2012, ricavi non dichiarati per circa 120 milioni di euro, Iva per circa 24 milioni, l'utilizzo di 720 lavoratori irregolari, per i quali la societa' non ha mai versato i contributi previdenziali ed assistenziali, ne' quelli a carico del dipendente ne' quelli spettanti all'impresa per un totale di 5 milioni di euro di oneri contributivi omessi.

Grazie alla verifica intrapresa ed ai contatti avviati con l'Agenzia delle Entrate, e' stato anche possibile bloccare un credito d'Iva di oltre 6 milioni di euro che la societa' stava per riscuotere. La societa', infatti, essendo registrata come soggetto estero non aveva l'obbligo di fatturare con Iva e di conseguenza aveva avanzato la richiesta di recuperare l'Iva per cui aveva maturato il diritto alla detrazione. I legali rappresentanti della stabile organizzazione occulta in Italia della societa' non residente sono stati denunciati.

Sono accusati anche di falsita' ideologica commessa dal privato in atto pubblico per aver formato ed esibito agli organi di polizia falsi moduli di attestazione di attivita' e documenti ingannevoli.

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