Il Comune dell’ Aquila è pronto a pagare oltre 7 milioni di euro al raggruppamento di imprese Cgrt, capitanato dall’imprenditore Eliseo Iannini, per chiudere definitivamente la questione metropolitana. L'opera, partorita nei primi anni del 2000 dall’allora giunta di centrodestra guidata dal sindaco Biagio Tempesta, sarebbe dovuta costare 33 milioni di euro. Il 60% sarebbe stato finanziato dal ministero delle Infrastrutture e la parte restante sarebbe dovura esserea carico del consorzio Cgrt chiamato a realizzare l’opera e a gestire per 30 anni l’impianto ricevendo dal Comune 1 milione e 400 mila euro per ogni annualità.
Molti furono i ricorsi amministrativi e le inchieste giudiziarie che ruotarono attorno alla vicensa. Nel novembre del 2008 è arrivata anche la condanna della Corte di giustizia europea, nei confronti dell’Italia e dunque del Comune dell’Aquila, per il mancato rispetto della normativa sugli appalti pubblici. Una sentenza che difatto ha sbarrato la strada alla richiesta di risarcimento dei danni ( 27 milioni di euro) che il raggruppamento di imprese aveva inviato al Comune disposto, però, a ragionare solo sul pagamento dei lavori effettivamente eseguiti. Il terremoto aveva bloccato la querelle, poi riaperta dalle nuove richieste di soldi da parte del consorzio e da una lettera del ministero che lo scorso gennaio ha sollecitato il Comune a fornire una relazione sullo stato dell’arte e a programmare il completamento dei lavori. «Abbiamo predisposto una delibera», ha spiegato Cialente, «che ora porteremo in commissione e all’attenzione dei capigruppo, per il riconoscimento di debiti fuori bilancio. Si tratta di 9 milioni, una somma che include anche i soldi per la metro. Entro gennaio potremo così chiudere questa assurda vicenda che ha fortemente penalizzato la città».
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