Un opificio che produce abbigliamento, gestito da cinesi, e' stato sequestrato a Miglianico nell'ambito di un servizio disposto dal questore di Chieti, Filippo Barboso, e finalizzato al contrasto del fenomeno dello sfruttamento della manodopera cinese: il servizio ha visto impegnati gli uomini della squadra di polizia amministrativa, dell'ufficio immigrazione e della polizia scientifica della Questura, unitamente ad operatori della direzione territoriale del lavoro – servizio ispezione lavoro e della Asl. Il controllo finalizzato a verificare la regolarita' delle posizioni dei lavoratori cinesi e contrastare il fenomeno dell' immigrazione clandestina, ha accertato violazioni della normativa in materia di igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro ovvero impianto elettrico non a norma, mancanza di vie di esodo e percorsi di emergenza, servizi igienici carenti, altezza del locale seminterrato inferiore ai limiti prescritti dalla legge ed altro. L'opificio, ubicato nel piano seminterrato dell'edificio, e' stato dunque sequestrato e il titolare, una cittadina cinese di anni 53 residente a Miglianico, denunciato alla Procura della Repubblica di Chieti. E' stato inoltre accertato che gli ambienti del laboratorio si trovano in precarie condizioni igieniche e che un piano dell'edificio e' stato adibito ad uso abitativo, con la realizzazione abusiva, in cartongesso e legno, di piccole stanze-dormitorio per gli operai. Della vicenda e' stato e' stato interessato il sindaco di Miglianico per l'adozione dei provvedimenti di competenza sotto il profilo igienico-sanitario e urbanistico. Gli accertamenti della Polizia proseguono sulla posizione dei 14 lavoratori cinesi impiegati nell'azienda e che risultano in possesso di un regolare permesso di soggiorno e del contratto di lavoro.
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