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Pubblicato il 12/02/2014 07:07

Morte di un anziano al pronto soccorso, tre indagati a Teramo

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Saranno gli esami istologici, forse, a dare una risposta definitiva sulle cause del decesso

Per la morte del pensionato di 73 anni deceduto al pronto soccorso dopo un attesa di 5 ore per una visita, la procura della Repubblica di Teramo ha indagato tre persone (medici e infermieri di turno) per omicidio colposo. Il Pm Luca Sciarretta punta a far luce sul caso di morte sospetta: in particolare, vuole capire se debba addebitarsi il decesso alla negligenza medica o meno. All'inchiesta giudiziaria corre parallela quella interna disposta dal direttore generale della Asl di Teramo Paolo Rolleri. L'autopsia prevista per oggi vedra' al lavoro due anatomopatologi: quello della Asl, Gina Quaglione, e quello nominato dalla procura Cristian D'Ovidio. L'anziano era giunto in ospedale venerdi' scorso alle 19. Una giornata convulsa per medici ed infermieri per la calca di pazienti da visitare. I sintomi manifestati dal 73enne al suo arrivo al 'Mazzini' erano dolori addominali, vomito ed altri sintomi per i quali attendeva di essere visitato. Il paziente e' poi deceduto sulla barella mentre aspettava il suo turno.

Saranno gli esami istologici, forse, a dare una risposta definitiva sulle cause del decesso di Domenico Evangelista, 73 anni, imprenditore edile in pensione di Poggio Umbricchio  morto in un corridoio del pronto soccorso dell'ospedale di Teramo, dopo cinque ore di attesa di una visita. E' quanto si e' appreso al termine dell'autopsia, effettuata nel pomeriggio all'obitorio del 'Mazzini' dagli anatomopatologi Gina Quaglione e Cristian D'Ovidio, nominati dal pm Luca Sciarretta, che sulla vicenda ha aperto un'inchiesta. L'esame medico legale non e' riuscito a chiarire al momento la causa della morte, anche se non si esclude uno scompenso acuto di cuore. I due consulenti della procura si sono riservati tre mesi di tempo per fornire le risposte ai quesiti del magistrato. Nell'indagine sono stati iscritti nel registro degli indagati tre dipendenti della Asl, due medici e un infermiere, ma il numero potrebbe aumentare con il coinvolgimento, come atto dovuto, di altri medici. Il pensionato era arrivato in ospedale, accompagnato dai nipoti, nel pomeriggio di venerdi', alle 19.30, accusando dolori addominali e renali. Al triage l'infermiere gli ha assegnato un "codice giallo", media gravita', terzo grado, su una scala di quattro valori e sistemato in attesa su una barella nell'anticamera delle sale di urgenza. Poco prima di mezzanotte, quando e' arrivato il suo turno di visita, il personale del pronto soccorso si e' accorto che era privo di vita: il massaggio cardiaco e' stato inutile.

"Stiamo passando al vaglio ogni singolo istante, ogni dato ed elemento utile". Cosi' il direttore generale della Asl di Teramo, Paolo Rolleri in merito al decesso dell'uomo di 72 anni al Pronto Soccorso dell'ospedale teramano, tra venerdi' e sabato scorsi, dopo un'attesa di cinque ore. Rolleri tiene a sottolineare la sua posizione: "Ne' atti di accusa ne' posizioni ammorbidite". Ma, precisa, prima di affrontare il caso con il rigore e la razionalita' che occorrono in questi momenti, "il primo pensiero va sempre alla famiglia". "Al di la' della nostra indagine e dei nostri rilievi - afferma il dg - va la solidarieta' e la vicinanza alla famiglia dell' uomo, prima ancora della soluzione dei problemi".

Per chiarire le cause del decesso Rolleri rimanda ai risultati dell'autopsia, in corso nel momento in cui il direttore generale viene raggiunto telefonicamente per spiegare le azione messe in atto dalla Asl. "Lunedi' - spiega Rolleri - abbiamo immediatamente attivato il tavolo di governo del rischio, convocato insieme ai responsabili del Pronto Soccorso, della Direzione Sanitaria e della direzione infermieristica". Quindi l'analisi dei dati. Sotto la lente di ingrandimento eventuali "carenze dei tempi medi di reazione e i tempi di risposta rispetto ai codici gialli". Nel 2013, secondo una prima elaborazione, questi tempi, che rispecchiano il dato medio rilevabile tra l'accesso e la visita, risultano mediamente di circa un'ora per il presidio teramano, riferisce Rolleri. "Stiamo raccogliendo tutti gli elementi - conclude il manager della Asl di Teramo - per colmare questa distonia tra la registrazione al momento dell'arrivo del paziente all'evento terribile".

 

"Riteniamo si tratti ancora di un caso di inadeguatezza nell'organizzazione del lavoro presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Teramo, oltreche' di carenze organiche". E' quanto sostiene il Nursind, sindacato infermieri di Teramo, che dice la propria sul decesso del 73enne al pronto soccorso dopo 5 ore di attesa. "Le spese, purtroppo ed ancora una volta, le fa il paziente e naturalmente il personale - commenta il segretario, Giuseppe De Zolt. Speriamo di cuore che i risultati degli accertamenti sul paziente e sulla circostanza dimostrino si tratti solo di una triste, malaugurata, ma inevitabile morte, anziche' di un caso di malasanita' anche perche' non vorremmo che ancora una volta, alla fine, si tenti di scaricare le responsabilita' sull'anello piu' debole della catena: l'infermiere. Perche', qualora si dimostrasse una qualche responsabilita' del collega, sottolineiamo che da molto tempo persistono situazioni di carenze organiche, ma onestamente anche di disorganizzazione. L'infermiere in pronto soccorso, addetto al triage (all'accettazione e prima valutazione del paziente), oltre a vivere un pesante carico di lavoro vive un disagio professionale notevole. Questo grido di allarme piu' volte levato, e' rimasto fin qui inascoltato e l'infermiere continua a subirne le conseguenze, assieme ai pazienti. Abbiamo contestato dopo l'estate il provvedimento estemporaneo che il capodipartimento del Dea (dipartimento emergenza e accettazione) ha voluto adottare, imponendo che l'infermiere del territorio del 118 andasse a dare una mano in pronto soccorso nelle pause degli interventi, sottraendolo alla collaborazione in centrale operativa. Tristemente, ci permettiamo con rispetto anche di far rilevare che il modus operandi dei medici del pronto soccorso - prosegue De Zolt- sulla cui professionalita' non discutiamo, sono un evidente e rilevante fattore che incide per qualche ragione su tali situazioni inaccettabili per il paziente, ed e' indispensabile cercare di capire il perche' di lungaggini incredibili dal momento dell'accesso al pronto soccorso di cui, pero', sembra pagare le conseguenze solo o soprattutto - col paziente - l'infermiere del triage".

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