'Un paziente fragile, affetto da comorbilita'. Una morte naturale, dovuta ad un'embolia polmonare massiva, patologia che non lascia scampo, come confermato anche dall'autopsia''. La Asl di Pescara interviene cosi' sulle voci, circolate sui social network, relative alla morte di Tiziano D'Ugo, 42enne di Pescara, deceduto martedi' scorso in ospedale dopo quattro accessi in pronto soccorso nel giro di pochi giorni. La sorella dell'uomo, infatti, aveva scritto su Facebook: ''Quattro volte e' andato al pronto soccorso, non stava bene e si vedeva, quattro volte l'hanno fatto tornare a casa, la quinta non e' uscito piu'. Che si sappia, oggi poteva stare qui''. ''Il 42enne - spiega il direttore generale della Asl di Pescara, Claudio D'Amario - nell'ultimo periodo ha effettuato quattro accessi in pronto soccorso, tre a Pescara e uno a Chieti, per patologie non collegate tra di loro e comunque tutte identificate. Nell'ultimo caso e' arrivato con un'embolia polmonare in condizioni gravissime''. ''Proprio per la fragilita' del paziente - aggiunge il primario del reparto di Pronto soccorso, Alberto Albani - lo abbiamo sottoposto ad accertamenti piu' approfonditi e ad un numero piu' elevato di esami. Lo scorso 3 marzo e' arrivato in condizioni gravissime; i tentativi di rianimazione sono andati avanti per oltre 20 minuti, senza esito''. ''Anche l'autopsia, eseguita ieri mattina su nostra richiesta - sottolinea il primario -, ha confermato l'ipotesi diagnostica postulata all'ingresso e la gravita' di una situazione che escludeva un esito positivo della rianimazione. Ad oggi, a mia conoscenza - conclude Albani - non ci sono denunce o esposti sull'episodio''.
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