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Pubblicato il 15/06/2013 07:07

Omicidio Cagnetta, il teste: non conosco chi sparò

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'Ho visto il braccio con la pistola, vicino al finestrino, poi ho sentito partire un colpo. Non conosco l'uomo che puntava la pistola, ne' di voce ne' di niente, sentivo piu' persone che mi dicevano non te ne andare'.
E' forse il passaggio chiave della testimonianza resa oggi in aula davanti alla corte d'assise di Chieti, dove e' in corso il processo per omicidio volontario a carico di Angelo Ciarelli, da Vincenzo Gagliardi. Si tratta del testimone, ma anche indagato per falsa testimonianza, presente nel quartiere Rancitelli di Pescara, nell'area del cosiddetto ferro di cavallo, nel momento in cui venne esploso il colpo di pistola che il 2 luglio del 2012 uccise Tommaso Cagnetta.
Gagliardi, la cui testimonianza e' stata videoripresa su disposizione della Corte presieduta da Geremia Spinello, giudice a latere Paolo Di Geronimo, ha mimato in aula il gesto del braccio la cui mano impegnava la pistola, un braccio, il destro, 'rivolto verso il basso - ha detto Cagnetta - fino a quando non e' partito il colpo'.
Nel corso dell'udienza e' stato ascoltato anche Federico Boffi, dirigente della sezione investigazioni balistiche della Polizia Scientifica che effettuo' l'analisi sui residui di particelle trovati sugli abiti sequestrati a Ciarelli: su maglia e jeans non furono trovati particelle caratteristiche rilasciate da un'arma da fuoco, ovvero piombo, antimonio e bario. Con l'udienza di oggi il dibattimento e' stato dichiarato chiuso: si tornera' in aula per la discussione il prossimo 10 luglio.

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