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HOME » CRONACA » IL GRUPPO BLUSERENA PRECISA SUL RINVIO A GIUDIZIO PER SILVIO MARESCA
Pubblicato il 01/11/2012 09:09

Il gruppo Bluserena precisa sul rinvio a giudizio per Silvio Maresca

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La vicenda riguarda le terme di Torre Canne. Settanta le parti civili

«Quello che è successo rientra nelle normali dinamiche epidemiologiche, data la popolazione che ha frequentato le terme. Pseudomonas è un organismo ubiquitario, presente in tutte le acque, rilevato presso le terme in varianti e quantità perfettamente innocue. Peraltro Pseudomonas (unico batterio rinvenuto nelle acque termali), come confermato dagli stessi periti dell'accusa, non è stato rinvenuto nei deceduti né in nessuno dei casi di polmonite registrati». Questa la nota del gruppo alberghiero Bluserena in merito alla notizia del processo con rito abbreviato per Silvio Maresca. Secondo la difesa dell'imprenditore del turismo, che sarà processato il 5 febbraio con rito abbreviato, quel batterio «è presente in tutte le acque e non è stato rilevato nei deceduti». 

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Saranno processati con rito abbreviato il 5 febbraio prossimo dal gup del tribunale di Brindisi Tea Verderosa il legale rappresentante e due dirigenti delle Terme di Torre Canne, a Fasano. Gli imputati sono accusati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi in relazione a tre decessi e a numerosi ricoveri conseguenti alla presunta contaminazione delle acque termali fatta emergere, alla fine dell'estate del 2009, dalle denunce di alcuni famigliari di persone sottoposte a cicli di cure.

Gli imputati sono Silvio Maresca, di 52 anni, nato a Teramo e residente a Pescara, Vittorio Valerio, di 85 anni, nato a Nardo' e residente a Brindisi, direttore sanitario delle Terme, e Massimo Casciano, nato a Pescara e residente a Ostuni, vice direttore della struttura. Sono tutti assistiti dall'avvocato Massimo Manfreda. Le Terme furono sottoposte a sequestro nel 2009 dopo la morte di una donna di 78 anni, di Martina Franca.

Nei giorni successivi si seppe di altre due morti: un uomo di 67 anni di Padova e un 78enne di Taranto che si stavano sottoponendo a terapie inalatorie.

Gli accertamenti tecnici irripetibili disposti dal pm inquirente Myriam Iacoviello, rilevarono la contaminazione delle acque da parte del batterio Pseudomonas aeruginosa. Sono piu' di settanta le parti civili, la gran parte assistite dall'avvocato Grazia Vitale, che hanno formulato richiesta di risarcimento dei danni.

 

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