Trent'anni di reclusione per omicidio volontario: e' questa la condanna emessa questa sera, dopo 4 ore e mezza di camera di consiglio, dai giudici della Corte d'Assise di Teramo nei confronto di Romano Bisceglia, il 55enne teramano accusato di aver strangolato e poi tagliato in cinque pezzi Adele Mazza, 49 anni, a Pasquetta del 2010. Secondo il dispositivo letto dal presidente Giovanni Spinosa, i giudici hanno riconosciuto colpevole l'imputato riconoscendo pero', rispetto al capo d'imputazione originario, soltanto l' aggravante della minorata difesa della vittima, 'scontando' invece la premeditazione e gli abietti motivi. Come pene accessorie, l'imputato dovra' scontare anche 5 anni di liberta' vigilata e indennizzare le parti civili con una somma provvisionale di 50mila euro. Si tratta del processo bis per Bisceglia in quanto il primo e' stato annullato per vizio di forma dai giudici dell'Appello. La difesa di Bisceglia, ha annunciato ricorso in appello, ritenendosi "non soddisfatta della sentenza" nonostante essa sia stata minore rispetto alla richiesta avanzata dal pubblico ministero Stefano Giovagnoni, che aveva chiesto la condanna all'ergastolo e l'isolamento diurno. I cinque pezzi del corpo di Adele Mazza furono ritrovati in una scarpata di via Franchi, alla periferia est della citta', da una donna che passeggiava con il suo cane. Secondo l'accusa Bisceglia avrebbe ammazzato Adele Mazza, con cui in passato aveva avuto una relazione sentimentale, perche' la donna voleva affrancarsi dalla sottomissione cui l'aveva costretta, costringendola a consegnargli il denaro che riceveva prostituendosi.
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