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Pubblicato il 29/05/2014 17:05

Orso marsicano, alla tutela concorrono i cacciatori

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Anche le associazioni venatorie diventano alleate delle istituzioni nella "mission" di tutela dell'Orso marsicano. Il ministero dell'Ambiente, l'Ispra, la Federazioni italiana della Caccia, l'Associazione nazionale Libera Caccia, l'Enalcaccia, l'Anuu Migratoristi e l'Arci Caccia hanno firmato un protocollo d'intesa per la tutela dell'Orso bruno marsicano attraverso un programma condiviso di implementazione di buone pratiche di gestione venatoria. L'accordo trova piena sintonia con quanto disposto dal Piano d'azione Patom e dal Protocollo d'intesa firmato il 27 marzo scorso da Ministero, Regioni Abruzzo, Lazio, Molise e Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Il testo prevede impegni unilaterali da parte delle associazioni dei cacciatori per ridurre l'impatto della pratica venatoria e delle attivita' connesse, promuovendo l'informazione e la formazione dei cacciatori sulle corrette modalita' di gestione delle specie di interesse venatorio e le criticita' di conservazione dell'Orso bruno marsicano. "Con questo protocollo - commenta il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti - facciamo tutti un altro passo in avanti nel percorso avviato per la tutela dell'Orso marsicano. Ogni istituzione e ogni gruppo d'interesse ha il dovere di concorrere alla difesa di questo straordinario simbolo della biodiversita' italiana. Oggi mi sembra si sia dato un segnale significativo in questo senso". "Le associazioni - si legge nel protocollo - condividono la necessita' di procedere, ai fini della tutela dell'Orso bruno marsicano e sulla base di apposita cartografia di presenza della specie aggiornata, alla rapida sostituzione della 'braccata', caratterizzata da un elevato disturbo e rischio di impatto su specie 'non target', con forme a minor impatto come la 'girata' e la 'caccia di selezione', attraverso la formazione e l'aggiornamento dei cacciatori". Viene prevista "la promozione di una piu' corretta organizzazione della gestione venatoria, a partire dalla stesura dei Piani Faunistici Venatori e dei Regolamenti specifici di gestione delle diverse specie, appoggiando le amministrazioni competenti nella definizione delle prescrizioni", il coinvolgimento degli 'ambiti territoriali di caccia' (Atc) a supporto delle amministrazioni per la revisione della programmazione venatoria', la formazione-aggiornamento per una 'corretta cultura della gestione delle specie di interesse', secondo i criteri scientifici definiti dai documenti tecnici dell'Ispra

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