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Pubblicato il 20/02/2014 15:03

Processo Grandi Rischi 2, nuove indagini sulla posizione di Bertolaso

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 L'inchiesta sulla Commissione Grandi Rischi bis, che vede indagato per omicidio colposo plurimo l'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, si arricchisce di un nuovo e inatteso capitolo. A seguito delle istanze avanzate dalle parti civili, la Procura Generale dell' Aquila ha avocato a se' l' inchiesta, dopo la doppia richiesta di archiviazione da parte dei pm Fabio Picuti e Roberta D'Avolio, e la conseguente presa di posizione motivata delle parti civili dalla constatazione che finora le argomentazioni delle parti lese non hanno trovato ascolto da parte della Procura. Per cui, avvalendosi di un potere gerarchico, il procuratore generale Giuseppe Falcone, esaminata la voluminosa documentazione portata alla sua attenzione, ha deciso oggi di avocare a se' l' indagine che verra' affidata a un magistrato del suo ufficio. Le richieste di avocazione sono due. Una firmata dagli avvocati Angelo Colagrande e Stefano Parretta per conto delle parti lese Vincenzo Vittorini, Pierpaolo Visione, Massimo Cinque, mentre l'altra e' firmata dall'avvocato Gianfranco Iadecola, un ex magistrato, per conto della parte offesa Maurizio Cora. Secondo la procura della Repubblica la posizione va archiviata in quanto Bertolaso non era presente alla riunione del 31 marzo 2009 nella quale la Commissione Grandi Rischi rassicuro' la popolazione sull'ipotesi di un forte sisma; e inoltre, la telefonata "incriminata" con l'ex assessore regionale Daniela Stati non sarebbe utilizzabile in quanto facente parte di altro procedimento. "Bertolaso", si legge in uno dei ricorsi, "e' il dominus della riunione, non serve che sia presente, egli ha deciso e ordinato in anticipo tutto, sia l'esito che la comunicazione dei risultati. Quello che promana dalla riunione e' un messaggio formato a tavolino e non il precipitato accademico dei massimi esperti in geologia, vulcanologia e terremoti".

Il procedimento "Grandi rischi 2" si ricollega a quello concluso nel 2012 che ha visto sette scienziati ed esperti che avevano partecipato alla riunione del 31 marzo 2009, condannati a 6 anni di carcere per aver dato false rassicurazioni agli aquilani alla vigilia del sisma del 6 aprile 2009. Bertolaso e' indagato per alcune intercettazioni in funzione delle quali si deve stabilire se abbia incaricato in qualche modo lui i rappresentanti dell'organismo a tranquillizzare la popolazione che cosi' non ha preso le precauzioni tradizionali, tra cui quella di uscire di casa dopo le scosse forti. Per due volte la procura ha chiesto l'archiviazione, ma il gip Giuseppe Romano Gargarella ha disposto prima nuove indagini mentre oggi ha comunicato che la procura generale ha accolto un'istanza di alcuni avvocati di parte civile e ha avocato a se' tutto il fascicolo per svolgere nuove indagini e poi decidere sulla posizione di Bertolaso. "Con cautela ma con ottimismo siamo soddisfatti e fiduciosi, se la procura avesse ritenuto infondati i nostri rilievi non avrebbe accolto la nostra istanza, un risultato piu' unico che raro e mai visto all'Aquila", sottolinea Angelo Colagrande, autore dell'opposizione delle famiglie delle vittime con i colleghi Barretta e Iadecola.

"Allora e' evidente", e' scritto nel ricorso, "che anche la motivazione secondo cui nel nostro ordinamento non esisterebbe la figura del mandante colposo si dimostra maliziosa in quanto volutamente ignora l'istituto della responsabilita' del dolo eventuale e quella della cooperazione colposa del delitto previsto all'articolo 113 del codice penale". "La necessita' di avocazione", dicono ancora le parti lese, "e' ancora piu' evidente laddove si pensi alle indagini volte a dimostrare come vi sia stata un'alterazione delle funzioni della ex Commissione Grandi Rischi, mediante un'imposizione dell'indagato di un risultato predeterminato teso unicamente a zittire le voci allarmistiche e a rassicurare la popolazione e ad accreditare che la Protezione civile avesse tutto sotto controllo"

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