Riduzione di pena in appello, da nove anni a sette anni di reclusione, oltre a 15 mila euro di multa, per Gianfranco Lande, il 'Madoff dei Parioli' ritenuto il promotore di una megatruffa da 300 milioni di euro ai danni, tra gli altri, di vip e professionisti della capitale. Lo ha deciso la prima corte di appello di Roma.
Alla base della riduzione di pena l'esclusione dell'aggravante della transnazionalita', ovvero di aver agito oltre confine. Lande era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di denaro e all'ostacolo agli organi di vigilanza. A conclusione della requisitoria il pg Otello Lupacchini aveva sollecitato la conferma della condanna a nove anni inflitta all'imputato in primo grado il 28 giugno dello scorso anno. La corte di appello ha inoltre revocato la condanna della Cassa di Risparmio dell'Aquila (Carispaq) come responsabile civile decisa sempre nel primo grado di giudizio, mentre ha confermato la responsabilita' di Egp, una delle societa' dell'imputato. Gli stessi giudici si sono anche riservati di decidere sulla concessione degli arresti domiciliari a Lande. Il pg Lupacchini aveva espresso parere favorevole, previo utilizzo del braccialetto elettronico. Lande e' detenuto a Regina Coeli dal marzo del 2011. Per la megatruffa sono gia' stati condannati con riti alternativi i principali collaboratori del "Madoff dei Parioli": Roberto Torregiani, Raffaella Raspi, ex compagna di Lande, suo fratello Andrea e Giampiero Castellacci De Villanova
"Ci aspettavamo che venissero riconosciute le nostre ragioni ma il ridimensionamento della pena ci fa ben sperare". Cosi' gli avvocati Salvatore Sciullo e Cataldo Intrieri, difensori di Gianfranco Lande, hanno commentato la sentenza emessa nel pomeriggio dalla corte di appello di Roma. "Contiamo - hanno aggiunto - di riportare a casa Lande entro breve visto che la corte ha cinque giorni di tempo per decidere sugli arresti domiciliari con l'utilizzo del braccialetto elettronico.Lande, dal canto suo, si dichiara amareggiato perche' confidava nella piena assoluzione".
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