Rottamazione della giustizia (demolizione del processo civile, della legge Pinto contro l'eccessiva lunghezza dei processi, l'appello cassatorio, mediaconciliazione obbligatoria), chiusura di circa 1000 uffici giudiziari, aggressione alla professione forense e, quindi, al diritto di difesa. Sono queste le motivazioni per lo sciopero di tutti i tribunali italiani, indetto per domani. Alla protesta hanno già aderito oltre cento ordini forensi e sono previste manifestazioni in altrettante citta'.
Per Maurizio de Tilla, presidente dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura (Oua), la rappresentanza politica degli avvocati, da mesi impegnato in tutta Italia in assemblee con i cittadini e i rappresentanti degli enti locali, "assistiamo con questo provvedimento del Governo a un ennesimo attacco alla giustizia pubblica. Da un lato si tagliano posti letto negli ospedali - sottolinea il presidente Oua - dall'altro, oggi, vogliono chiudere oltre mille uffici giudiziari, tra giudici di pace, tribunali, procure e sedi distaccate. Non si tratta di risparmiare, si tratta di rottamare la giustizia nel Paese e i diritti dei cittadini. Si lasciano interi territori senza presidi di legalita' e sicurezza. Si eliminano uffici efficienti senza alcuni criterio di razionalizzazione, si strozza cosi' un servizio con gravi ricadute sui tribunali piu' grandi, con il rischio di ulteriori ingolfamenti, nonche' sui cittadini, ma anche sulle inprese. Tutto cio' in un'Italia che non ha ancora fatto le necessarie riforme per ridurre la durata dei processi, il vero grande problema irrisolto. "Ho percorso tutto il Paese in questi mesi e la preoccupazione e' grande, cosi' come la rabbia - conclude de Tilla - a Castrovillari mille cittadini hanno restituito il certificato elettorale per protestare contro la chiusura del tribunale. Ma questa e' solo una delle molte forme di protesta radicale che stanno attraversando la penisola. Domani gli avvocati si asterranno dalle udienze per dare un segnale forte e chiaro: no alla rottamazione della giustizia e dei diritti (demolizione del processo civile, della legge Pinto contro l'eccessiva lunghezza dei processi, l'appello cassatorio, l'introduzione della mediaconciliazione obbligatoria), si' a una riorganizzazione della macchina giudiziaria. Ma anche per opporci alla costante aggressione alla professione forense, snaturata, precarizzata da interventi di liberalizzazione selvaggia ed ancora senza una vera riforma del settore. Alla protesta che si prevede unanime hanno gia' aderito oltre cento ordini forensi e sono previste manifestazioni in altrettante citta'".
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