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Pubblicato il 12/11/2012 14:02

Sentenza Grandi Rischi, i sismologi a favore

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La "International Seismic Safety Organization" (Isso): "la documentazione processuale "dimostra che non si e' messa in discussione, e tantomeno attaccata, la scienza"

 La "International Seismic Safety Organization" (Isso) - con sede ad Arsita  si dice preoccupata per le notizie "fuorvianti" sulla sentenza di condanna in primo grado della "Commissione Grandi Rischi" e per questo si appella al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al quale e' stata inviata una lettera firmata dal presidente Alessandro Martelli e dal segretario generale Lalliana Mualchin.

"La disinformazione su tale argomento ha deliberatamente indotto la comunita' scientifica e l'opinione pubblica a ritenere erroneamente che le motivazioni del rinvio a giudizio dei componenti della Cgr consistano nell'aver essi "fallito nel prevedere il terremoto" - scrive l'organizzazione al capo dello Stato. Una lettera firmata da oltre cinquemila esponenti della comunita' scientifica internazionale era stata inviata alla Sua attenzione gia' prima del rinvio a giudizio, sulla base di questo falso assunto. Siamo convinti che la sentenza abbia messo in luce delle precise responsabilita' dei componenti della Cgr, che sono stati accusati non per non aver saputo prevedere il terremoto, bensi' per aver voluto convalidare una previsione di 'non rischio' in corso, nonostante alcuni di questi scienziati avessero precedentemente pubblicato articoli in cui sostenevano il contrario sulla situazione all'Aquila. Inoltre, la mancanza d'indipendenza di giudizio della Cgr, che ha rilasciato dichiarazioni in linea con il Dipartimento della protezione civile (situazione desumibile dall'intercettazione telefonica pubblicata sul sito web de La Repubblica) - prosegue la International Seismic Safety Organization - dimostra che il rapporto tra il mondo della ricerca e le istituzioni preposte alla salvaguardia della popolazione deve essere rivisto".

Per la International Seismic Safety Organization la documentazione processuale "dimostra che non si e' messa in discussione, e tantomeno attaccata, la scienza. Lo scopo del processo e' stato solo di accertare la verita', per il trionfo della giustizia, non certo di intimidire la scienza. Interpretandolo come un attacco alla scienza ed agli scienziati, i detrattori dei suoi esiti travisano la realta' dei fatti. Noi crediamo, al contrario, che tali esiti siano di estrema importanza per stimolare i ricercatori a 'fare scienza' in modo responsabile ed imparziale, in particolare quando si tratta di indagare fenomeni naturali non prevedibili con precisione e suscettibili di gravissime conseguenze quali sono i terremoti. Non ci sentiamo per nulla minacciati nella nostra professionalita' dalla sentenza di condanna del giudice Marco Billi del Tribunale dell'Aquila"

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