Il Wwf Abruzzo e il Forum Acqua dell'Abruzzo Social Forum hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti e alla magistratura ordinaria per quanto riguarda la gestione dell'acqua, alla luce dei dati diffusi dal commissario alla gestione del Servizio Idrico Integrato, Pierluigi Caputi, con l'obiettivo di 'verificare i danni ed accertate le responsabilita' sulla malgestione' ed auspicando che 'a pagare siano i responsabili e non i cittadini'.
"Intervengano immediatamente Corte dei Conti e Magistratura ordinaria per verificare i danni per la collettivita' e accertare le responsabilita' sulla malagestione dell'acqua in Abruzzo". Cosi' i rappresentanti del WWF e del Forum Acqua dell'Abruzzo Social Forum commentano i dati diffusi ieri dal Commissario Straordinario Pierluigi Caputi sullo stato del servizio idrico integrato. Le due organizzazioni hanno firmato durante la conferenza stampa tenutasi a Pescara, l'esposto poi inviato alla Corte dei Conti e alle procure abruzzesi competenti. Per le due organizzazioni "l'indignazione che deve giustamente provocare la lettura del dossier del Commissario sulla gestione attuale non deve risolversi in un mero scontro di potere".
"I cittadini - dicono - rischiano di subire e pagare una riorganizzazione del servizio idrico realizzato dall'alto, dove al clientelismo e alla lotta tribale tra fazioni partitiche che hanno spolpato il sistema e di conseguenza i cittadini si rischia di sostituire un potere verticistico e, nel medio e lungo periodo, altrettanto opaco, inefficiente ed inefficace in assenza di una radicale svolta che permetta la reale partecipazione dei cittadini alle scelte e una forte iniezione di trasparenza". Secondo le due associazioni "il Commissario Caputi in 5 anni non ha promosso ma, anzi, ha ostacolato ogni forma di partecipazione dei cittadini, che hanno dovuto, tra l'altro, promuovere ben due ricorsi al TAR su altrettanti piani d'ambito elaborati dal Commissario senza alcuna forma di partecipazione, ne' formale, attraverso la Valutazione Ambientale Strategica, ne' sostanziale, attraverso la promozione di incontri pubblici. Inoltre il principale strumento di programmazione e pianificazione del settore, il Piano di Tutela delle Acque, avviato nel 2001 dall'assessorato diretto da Caputi, per quasi un decennio e' stato tenuto nel cassetto con la partecipazione ridotta a pochi incontri realizzati alla fine del processo di adozione e a scelte gia' fatte, peraltro fortemente criticabili e dilatorie rispetto agli obblighi comunitari in materia di gestione e qualita' delle acque".
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