"Pur essendo rammaricati dalla scelta della direzione del museo di Auschwitz di chiudere lo spazio espositivo italiano in attesa di un nuovo allestimento, siamo disponibili a spostare il Memoriale, ma ci aspettiamo un aiuto dal Governo per trovare una collocazione degna per l'opera, che da piu' parti viene ritenuta 'significativa' per l'arte del Novecento". A chiarire la posizione dell'Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned), che e' la proprietaria dell'opera che occupa un piano del Block 21 del lager di Auschwitz, e' il suo vicepresidente, Dario Venegoni, all'indomani della denuncia dello storico Marco Patricelli sullo stato di abbandono in cui versa il padiglione italiano. In assenza di una iniziativa delle istituzioni pubbliche italiane, l'Aned ideo', progetto', realizzo', finanzio' - con mezzi propri e attraverso una sottoscrizione pubblica - e alla fine trasporto' dall'Italia alla Polonia e allesti' il Memoriale, alla cui progettazione e realizzazione avevano lavorato grandi personalita' della cultura italiana, al fianco degli ex deportati allora al vertice dell'Aned, a cominciare da Gianfranco Maris, Teo Ducci e diversi altri. L'opera e' una spirale ad elica ideata dal gruppo BBPR (Belgioioso, Banfi, Peressutti e Rogers) all'interno della quale il visitatore cammina come in un tunnel, rivestita all'interno con una tela composta da 23 strisce dipinte da Pupino Samona', seguendo la traccia di un testo scritto da Primo Levi e con in sottofondo la musica di Luigi Nono, il tutto sotto la regia di Nelo Risi: e' stata esposta dall'aprile dal 1980 a luglio 2011, quando il padiglione e' stato chiuso dalla direzione del museo perche' non corrispondeva piu' alle nuove linee guida che richiedono allestimenti di taglio pedagogico-illustrativo.
"Finora - spiega Venegoni - non c'e' stato alcun Comune disponibile a sobbarcarsi la spesa di collocare e mantenere l'opera: noi abbiamo una piccola somma da destinare per la nuova collocazione e potremmo anche fare una nuova sottoscrizione, ma i soldi sicuramente non basterebbero. L'unica proposta seria che abbiamo avuto - aggiunge - era il progetto della Fondazione ex Campo Fossoli che prevedeva di ospitare l'opera in una delle baracche riadattate per l'opera, ma che aveva il costo di alcuni milioni di euro, soldi che noi non abbiamo". "Pensiamo - sottolinea il vicepresidente dell'Aned - che il Memoriale meriti una collocazione adeguata in Italia: si tratta di trovare una soluzione. Il Governo si e' impegnato con un finanziamento di 62 mila euro per il trasferimento dell'opera dalla Polonia all'Italia, con l'impegno di inviare la stessa all'Istituto Centrale per il Restauro per la sua revisione e pulizia, ma per noi resta prioritaria una collocazione certa: e' una responsabilita' che la collettivita' deve prendersi".
"Giovanni Paolo II ha definito Auschwitz il Golgota della storia. Un Golgota, cattedra del dolore indicibile che continua a parlare a una storia contemporanea che attraversa lo smarrimento della memoria. Questo smarrimento apre al cinismo, a rinnovate violenze ed esclusioni, alla cancellazione della dignita' dell'uomo. In questa chiave la chiusura del padiglione italiano ad Auschwitz e' un'assurda ferita da rimarginare. Lo dobbiamo alla nostra stessa capacita' di tornare a educare, educare e a rieducare". Lo ha dichiarato il vescovo di Avezzano, monsignor Pietro Santoro, a proposito della chiusura del padiglione italiano al Block 21 del lager nazista di Auschwitz che perdura dal 2011
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