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Pubblicato il 10/12/2012 13:01

Studenti di medicina della "d'Annunzio" al Giappone

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Accordo tra l'ateneo di Chieti - Pescara e quello Tokyo

Dall'Università "d'Annunzio" al Giappone per incrementare il proprio bagaglio di conoscenze. Qualche mese fa per interessamento del professor Mario Di Gioacchino, è stata stipulata una convenzione tra l'ateneo di Chieti - Pescara e la Kitasato University di Tokyo.

Per effetto di tale convenzione due studentesse di medicina, Diletta Frazzini ed Elena Andreassi Marinelli, si sono recate in Giappone e hanno frequentato per due mesi i corsi di studio della facoltà di medicina e i reparti di gastroenterologia, neurologia e chirurgia.

Da qualche tempo è a Tokyo la dottoressa Roberta Dimalio, specializzanda in chirurgia generale, che rimarrà in Giappone per almeno 6 mesi.

«La dottoressa Dimalio sta frequentando - dice il professor Paolo Innocenti direttore della scuola di specializzazione in chirurgia - il reparto diretto dal Prof. Shinichi Sakuramoto, noto in tutto il mondo per le tecniche innovative nell'ambito della chirurgia laparoscopica del cancro dello stomaco. La tappa successiva sarà il reparto diretto dal professor Masahiko Watanabe esperto di chirurgia colo-rettale e noto per la chirurgia laparoscopica. Roberta sta dimostrando coraggio perché adattarsi a un ambiente così lontano dalle nostre abitudini culturali non è proprio così facile. Tuttavia sono certo che questa esperienza la arricchirà dal punto di vista umano e soprattutto professionale».

«I miei specializzandi - continua il professor Innocenti - fanno esperienze di lavoro in tutto il mondo. Di recente è rientrato dalla Francia il dottor Luca Vitale che a Strasburgo ha frequentato per un anno un reparto universitario noto per la chirurgia dell'esofago. La internazionalizzazione è una caratteristica della scuola di specializzazione da me diretta tanto che ho inserito nel regolamento didattico il fatto che lo specializzando possa trascorrere un periodo da 6 mesi a un anno all'estero. Ritengo infatti che frequentare le più prestigiose università straniere rappresenti per i nostri giovani una esperienza altamente formativa».

 

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