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Pubblicato il 01/06/2013 00:12

Tortoreto, ammanchi in comune, in manette dirigente

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I reati contestati vanno dalla truffa aggravata al peculato, dall'appropriazione indebita all'accesso abusivo al sistema informatico dell'Ente ed ancora al falso ideologico e materiale

La guardia di finanza di Teramo, in esecuzione dell'ordinanza firmata dal gip del tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta del pm David Mancini, ha arrestato Pasqualino Saccuti, ex responsabile del settore economico finanziario del Comune di Tortoreto. I reati contestati vanno dalla truffa aggravata al peculato, dall'appropriazione indebita all'accesso abusivo al sistema informatico dell'Ente ed ancora al falso ideologico e materiale.

Le fiamme gialle hanno provveduto ad eseguire i decreti di sequestro per equivalente su beni mobili ed immobili oltre alle disponibilita' finanziari, per 400mila euro circa. L'indagine trae origine da un episodio dello scorso anno che ha visto Saccuti coinvolto nell'acquisto di un Suv (per il quale e' stato condannato a tre anni) per uso personale con le risorse finanziarie dell'ente locale per il quale lavorava prima di licenziarsi. Sempre con i soldi pubblici avrebbe acquistato beni immobili e mobili il tutto a solo vantaggio personale. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati un immobile di circa 150 metri quadrati con annessi 3 box/garage, 2 motocicli, 3 autovetture, svariate attrezzature per l'esercizio di una lavanderia automatica a gettoni di Tortoreto, quote di multiproprieta' dislocate sul territorio nazionale, svariati beni di arredamento per interno ed esterno, molteplice materiale informatico ed elettronico, attrezzatura da fitness, orologi. Saccuti e' stato rinchiuso nel carcere di Castrogno. Le indagini sono ancora in corso. Il Comune di Tortoreto, dopo la scoperta degli ammanchi, istitui' due commissioni: una d'inchiesta interna ed una contabile. Sono state passate in rassegna, dal 1998 ai primi del 2012, migliaia di atti contabili dai quali sarebbe emerso un buco di circa un milione e duecentomila euro. Il Comune aveva dato mandato legale per recuperare le somme sottratte.

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