Con l'interrogatorio dei due indagati finiti agli arresti domiciliari e di un terzo con il solo obbligo di firma, si e' chiusa oggi la parentesi delle audizioni nell'ambito dell'inchiesta dei carabinieri dell'Aquila che ha portato alla luce un traffico di droga tra Campania e Abruzzo con le mani della camorra a rifornire anche clienti vip del capoluogo. Cinque le persone arrestate (alle quali e' contestato il reato associativo), ventiquattro gli indagati totali. Dopo gli interrogatori nei giorni scorsi dei tre campani, (di cui uno residente all'Aquila) finiti in carcere, questa mattina sono stati sentiti gli aquilani Giuseppe Giuliani (titolare del bar Florida in Piazza duomo) e Angelo Naindenel, elettricista, residente a Scoppito ma di origine campana. Entrambi hanno ammesso di fronte al gip Giuseppe Romano Gargarella soltanto alcuni casi di cessione di cocaina, rigettando di far parte dei un'organizzazione criminale. Infine e' stato interrogato l'avvocato aquilano Giuseppe Di Ramio, in relazione alla tentata corruzione nei riguardi di due carabinieri al fine di far sparire il verbale delle sommarie informazioni rese dallo stesso in relazione all'inchiesta che lo vede coinvolto come assuntore. Di Ramio si e' difeso dinanzi il gip sostenendo di essere affetto da tempo da stress che lo ha indotto suo malgrado a dire ai militari di essere pronto a pagare la dazione di denaro. Al momento per il solo Naindenel e' stata presentata istanza di revoca della misura custodiale dei domiciliari.
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