Avevano apparentemente stabilito la propria residenza in Italia e dichiaravano all'Inps redditi minimi per accedere all'assegno sociale di sostentamento. In realta' si trattava di italiani over 65 cancellati dai comuni dalle liste Aire (Anagrafe Italiani residenti all'estero) ovvero di stranieri (marocchini, libanesi, siriani, dominicani, iraniani, argentini, venezuelani e macedoni), anch'essi in eta' pensionabile, provenienti da Paesi extra-UE dichiaratamente residenti in Italia da almeno 10 anni.
I finanzieri della Compagnia di Avezzano li hanno segnalati alla magistratura per truffa ai danni dello Stato, unitamente ad altri loro parenti o amici, da essi delegati a riscuotere gli assegni in Italia. Sono stati bloccati e recuperati dalla Guardia di Finanza 411mila euro di indebite percezioni degli emolumenti assistenziali. Inoltre, almeno in un paio di casi, dopo la segnalazione dei finanzieri i diretti interessati hanno deciso di restituire circa 12mila euro all'Inps.
Gli accertamenti hanno rivelato come si trattasse di persone che, in realta', mancavano dal "Belpaese" da molto tempo o che, addirittura, erano tornati nei paesi d'origine non appena 'messa a posto' la pratica dell'assegno sociale. La riscossione del denaro pubblico avveniva, quindi, tramite delegati in Italia ovvero direttamente con carte bancomat e sportelli ATM installati nei cinque continenti. Le notizie raccolte dai finanzieri presso i luoghi di asserita residenza nella Marsica e quelle rese alla Guardia di Finanza da diverse ambasciate, soprattutto riguardo alle date dei visti di ingresso/uscita dal territorio nazionale, hanno ulteriormente rivelato l'arcano delle fittizie residenze finalizzate all'indebita percezione di denaro pubblico.
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