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Pubblicato il 24/11/2013 21:09

"Vannoni porti a noi le cellule. Dobbiamo fare la valutazione sul prodotto cellulare"

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Lo ha detto Camillo Ricordi, direttore del “Diabetes Research Institute di Miami”

"Vannoni porti a noi le cellule. Dobbiamo fare la valutazione sul prodotto cellulare, ci sono i neurofisiologi che devono studiare se c'e' segno di differenziazione neuronale, facciamo delle prove di sicurezza biologica in vitro e la caratterizzazione con composizione delle celulle. Anche senza sapere i dettagli del metodo di Vannoni si puo' caratterizzare cosa ottengono. Entro un mese dovremmo avere i risultati". Cosi' Camillo Ricordi, direttore del “Diabetes Research Institute di Miami”, professore di Chirurgia dei trapianti presso l’Universita' di Miami e, tra l'altro, fra i fondatori della “Cell Transplant Society”, interviene sul metodo Stamina, dopo che, nei giorni scorsi, lo stesso Vannoni, nel corso di una audizione alla commissione Sanita' del consiglio regionale d'Abruzzo, aveva annunciato che in gennaio avrebbe presentato il protocollo a Miami. Secondo Ricordi, il fatto che Vannoni si esponga a una verifica simile "e' un'arma a doppio taglio: potrebbe anche risultare che non c'e' alcun segno di differenziazione neuronale, che non c'e' niente di valido. In passato abbiamo visto che quando proponiamo questo tipo di verifica, se ci sono venditori di fumo di solito scompaiono. Noi - dice l'esperto - rifaremo i controlli di qualita' fatti dagli ospedali di Brescia, una serie di test di sicurezza biologica fatti sulle cellule infuse e li espanderemo alle caratteristiche di marker genomici, faremo altre prove biologiche, di vitalita' delle cellule prodotte, di sterilita', di assenza di frammenti ossei. Poi potremo dare il rapporto, renderlo disponibile da una parte e dall'altra".

 In merito alla possibilita' di sperimentazione eventualmente negli USA Ricordi e' chiaro: "No, non si potrebbe fare negli Usa o, perlomeno, non in base alla sola caratterizzazione del prodotto cellulare. Perche' negli Usa esistono regole simili a quelle Aifa in Italia". E, sull'effettuazione del trial di verifica in Italia: "Ero a favore dopo l'approvazione quasi all'unanimita' del Parlamento. Pero' alcune ragioni della successiva bocciatura per me sono difficilmente sostenibili: mi riferisco alla storia dei frammenti ossei o della trasmissione virale. Quella e' una verifica molto semplice, che si puo' fare in tutti i donatori". "Piuttosto - prosegue l'esperto - mi sembra che ci sia stata la volonta' di bocciare il metodo, non il tentativo di definire come si potesse fare questa verifica. Ritengo che una ragione piu' valida per la bocciatura del metodo sarebbe il fatto che il protocollo consegnato al comitato scientifico valutante era stato cambiato o 'semplificato' e quindi non rispecchiava piu' il presunto metodo che si sarebbe dovuto 'verificare'. A mio avviso - conclude Ricordi - se si verifica la validita' di un protocollo non si puo' cambiare a mezz'aria, altrimenti che verifica diventa e di che cosa?"

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