Sulla possibile fusione fra le Camere di Commercio di Pescara e Chieti di cui tanto si dibatte in questi giorni, e' tornato a parlare il presidente della Camera di Commercio di Pescara, Daniele Becci, che ha spiegato che "il discorso fusione e' nazionale. Si tratta di una una esigenza che il sistema camerale italiano ha in essere perche' dal primo gennaio del 2015 le contribuzioni alle Camere di Commercio subiranno una sforbiciata del 35%". "Tanto per andare nel concreto - ha spiegato Daniele Becci - per la Camera di Commercio di Pescara verrebbero meno 1,8 milioni che andrebbero a bloccare importanti attivita'. Con l'accorpamento delle due Camere di Commercio, si ridurrebbero gli organi direttivi, con un segretario generale invece di due, una sola Giunta e un solo Collegio dei Revisori. Il risparmio non sarebbe cosa da poco e permetterebbe di continuare ad investire su altre importanti attivita'". Il presidente Becci ha poi aggiunto che "se questo accorpamento arrivera' entro il 28 febbraio 2015 ci sara' la possibilita' di attingere dal Fondo Perequativo del ministero dello Sviluppo Economico ma - ha concluso - per attingere ai fondi stessi bisognera' avere Camere di Commercio con almeno 80 mila aziende, che con la fusione arriverebbero a 95 mila fra Pescara e Chieti". Nei giorni scorsi le due Giunte avevano dato parere favorevole alla fusione dei due Enti camerali. Per legge pero' l'atto finale dovra' arrivare con il pronunciamento dei due Consigli Camerali che dovranno deliberare l'accorpamento fra Pescara e Chieti. A Pescara ieri e' stata presentata la nuova Giunta mentre un mese fa il Consiglio della Camera di Commercio di Pescara aveva rieletto per il secondo mandato Daniele Becci. A Chieti nei giorni scorsi si e' invece scatenata una polemica tutta teatina fra alcune associazioni di settore e la locale Camera di Commercio sul rinnovo delle procedure dei nuovi organismi di Giunta e Consiglio Camerale.
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 1
Condividi: