Dal prossimo anno la TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) e la TIA (tariffa di igiene ambientale) saranno sostituite dalla TARES (tassa rifiuti servizi). "Ci attende una stangata media nel 2013 di circa 80 euro in più all’anno (il 37,5%)", dice Roberto Campo, segretario regionale della Uil, "È vero che, con la nuova tassa si risolve l’annoso problema dell’IVA sulla TIA, che non sarà dovuta, così come non saranno più dovute le Addizionali ex ECA (10%) sulla TARSU, ma la norma prevede che il prossimo anno andranno coperti integralmente i costi del servizio per lo smaltimento dei rifiuti. E considerando il fatto che, attualmente, i Comuni coprono mediamente il 79% del costo del servizio sulle utenze domestiche, l’aumento solo per questa parte sarà mediamente di 53 euro".
Secondo i dati forniti dal sindacato, "Un po’ meno nei 1.300 Comuni che applicano la TIA (37 euro), mentre nei Comuni dove si applica la TARSU, l’aumento medio corrisponde a circa 70 euro. A ciò vanno aggiunti ulteriori 27 euro medi per la parte servizi indivisibili dei Comuni (illuminazione pubblica, polizia locale ecc.), in quanto ci sarà una sovrattassa che varierà, a facoltà dei Comuni, da 30 a 40 centesimi al mq".
Campo, in una nota, effettua un confronto tra i dati nazionali e quelli abruzzesi. "Mentre a livello nazionale mediamente già nel 2012 si è pagato di più rispetto al 2011 (2,4%), in Abruzzo il 2012 è andato per i cittadini meglio del 2011", spiega Campo, "a Chieti si è passati dai 192 € del 2011 ai 182,40 del 2012 (-5%) e a Teramo si è scesi dai 242,23 € del 2011 ai 230,64 € del 2012 (-4,8%, ma sempre sopra la media nazionale di 224,70 €). L’Aquila ha confermato nel 2012 i 175,62 € del 2011 e Pescara ha mantenuto invariati i 117,76 €. Ora anche per le città abruzzesi si prospetta per il 2013 un nuovo aumento. Si continua imperterriti una politica di torchiatura dei cittadini senza un quadro organico e sfondando tutti i tetti di prelievo. L’unico elemento unitario è l’aumento di quanto i cittadini a diverso titolo devono pagare, su tutti i fronti. L’accordo abruzzese per la restituzione di 40 milioni di addizionale regionale Irpef e di Irap ai cittadini è un’eccezione a livello nazionale. Se la riduzione delle tasse sul lavoro non diventa linea di politica economica nazionale, non ci sarà ritorno alla crescita. La chiave di volta è far ripartire i consumi interni, e ciò passa per la riduzione del prelievo sul lavoro".
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