Sono stati presentati i risultati della indagine sulla congiuntura industriale manifatturiera relativa al secondo trimestre 2012 fatta dal Cresa. L'indagine è stata condotta su un campione di 426 imprese manifatturiere operanti in Abruzzo con almeno 10 addetti. Nel secondo trimestre 2012 la produzione industriale ha registrato un calo del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2011 mentre si è registrato un modesto miglioramento nel confronto con il trimestre precedente (1,5%).
Nel documento viene sottolineato come tutti i settori produttivi sono stati interessati da flessioni più o meno marcate rispetto al corrispondente trimestre del 2011: le perdite più pesanti sono state rilevate nella lavorazione dei minerali non metalliferi, nei mezzi di trasporto e nei prodotti chimico-farmaceutici. Sotto il profilo dimensionale il calo della produzione ha interessato principalmente le piccole imprese (10-49 addetti) con una contrazione dell'8,7%; in deciso calo anche i livelli produttivi delle grandi imprese che hanno segnato una flessione solo leggermente più bassa delle prime (-7,6%).
Negativa, sebbene più contenuta, anche la performance delle medie imprese, praticamente le uniche ad aver sospinto l'attività produttiva rispetto al trimestre precedente, secondo lo studio.
Per quanto riguarda il territorio, su base annua è la provincia di Chieti a persistere in una situazione di evidente difficoltà, derivante in misura consistente dalle condizioni della domanda interna. Anche l'Aquila e Teramo hanno fatto registrare flessioni importanti nei livelli produttivi e nel fatturato mentre sembrerebbe recuperare la domanda proveniente dall'estero (soprattutto a Teramo). L'industria pescarese ha mostrato un risultato su base trimestrale piuttosto positivo con incrementi interessanti nell'export (+9,8%) e negli ordini esteri (+22,4%). Le aspettative a sei mesi sono negative, sostanzialmente in linea con quelle degli altri imprenditori abruzzesi.
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