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Pubblicato il 13/05/2014 23:11

Crolla il numero dei laureati nelle universita' italiane

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Si passa a Pescara da 5.324 a 3.142

Crolla il numero dei laureati nelle universita' italiane: tra il 2011 e il 2012 i laureati sono passati da 293.341 a 259.499, con un calo di 34 mila unita' complessive. I numeri arrivano dal Cineca, Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro, che opera sotto il controllo del Ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca. A diminuire sono tutti, maschi e femmine, ma in particolare le donne. I maschi laureati, che nel 2011 erano 119.025, diventano infatti 106.312 nell'anno successivo, mentre le femmine, che nel 2011 erano 174.316 calano fino a diventare 153.187. Crollano in particolare i laureati all'Universita' di Cagliari (da 4210 del 2011 a 1607 nel 2012), in quella di Catania, da 6.715 a 4826, a Pescara, da 5324 a 3.142. Anche a Roma Tor Vergata si passa da 5.252 laureati del 2011 a 4.147 del 2012, a Roma Tre da 5.252 a 4.147, crollo verticale a Pavia che passa da 4.199 a 2.769 e a Perugia, da 4.583 a 3.001. Anche le eccellenze, come il Politecnico di Torino, non sono esenti da un calo: si passa da 11.087 laureati a 10.925. D'altra parte, anche dagli ultimi dati Eurostat 2013 emerge che l'Italia e' maglia nera d'Europa per numero di laureati. La percentuale di italiani tra i 30 e i 34 anni che hanno completato gli studi universitari (22,4%) e', secondo Eurostat, la piu' bassa di tutti i 28 paesi Ue. Male anche per gli abbandoni a livello di scuola secondaria, dove l'Italia e' quintultima. A fronte di una media Ue del 37% di giovani adulti che hanno portato a termine il percorso universitario, l'Italia con il 22,4% e' letteralmente l'ultima della classe, sorpassata anche da Romania (22,8%), Croazia (25,9%) e Malta (26%). I Paesi con il piu' alto numero di laureati sono invece Irlanda (52,6%), Lussemburgo (52,5%) e Lituania (51,3%). Nel 2002, l'Italia era al 13,1% e, pur essendo quindi migliorata, e' avanzata molto meno degli altri paesi, passando dalla quintultima posizione europea all'ultima 11 anni dopo. E 23ma su 28 e' anche la posizione italiana per numero di ragazzi tra i 18 e 24 anni che hanno abbandonato studi e formazione dopo la scuola media, ben il 17%. A fronte di una media Ue dell'11,9%, peggio di noi solo Spagna (23,5%, record negativo), Malta (20,9%), Portogallo (19,2%) e Romania (17,3%). I paesi virtuosi con il minor numero di ragazzi che hanno precocemente smesso di studiare sono Croazia (3,7%), Slovenia (3,9%) e Repubblica ceca (5,4%) Il direttore del Cineca, Marco Lanzarini, precisa che "i dati per l'anno accademico 2012-2013 sono ancora parziali poiche' va completata da parte degli atenei la trasmissione dei dati relativi alle sessioni di laurea, che avviene generalmente in estate"

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