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Pubblicato il 27/11/2012 23:11

Edilizia, in 2 anni persi 10mila posti di lavoro

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Dati allarmanti presentati dall'Ance. D'Intino: numeri tutti negativi ed in caduta libera

 Lavori pubblici ai minimi storici e ormai ridotti ad un quarto di quelli del 2007, edilizia privata totalmente ferma, imprese chiuse o in chiusura, anche a causa dei ritardati pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, perdita di 10 mila posti di lavoro (30% del totale) in due anni. A scattare la fotografia del settore edile in Abruzzo e' stato il presidente dell'Ance Abruzzo, Antonio D'Intino, nel corso della presentazione della indagine semestrale di Confindustria Abruzzo.
Nel suo intervento il leader dei costruttori abruzzesi ha parlato di 'numeri tutti negativi ed in caduta libera: investimenti, fatturato ed occupazione - ha sottolineato - sono a livelli minimi, con un processo molto preoccupante di destrutturazione in atto'. Nell'illustrare una situazione difficilissima, D'Intino ha chiesto 'interventi rapidi e a costo zero', sottolineando che 'un plauso va alla Regione per l'approvazione della legge di applicazione del Decreto Sviluppo relativo all'edilizia'.
Due le priorita' secondo il presidente dell'Ance Abruzzo: la certezza dei pagamenti in tempi definiti, anche grazie all'impegno dell'associazione nazionale; un piano di 'housing sociale', a livello regionale, che soddisfi la domanda di abitazione, ancora sostenuta, che proviene dalle fasce piu' deboli di popolazione.
D'Intino ha poi lanciato un appello agli amministratori regionali: 'non sprechiamo in un piccolo abbassamento delle tasse quel tesoretto di circa 40 milioni di euro (sarebbero poche decine di euro l'anno pro-capite) - ha affermato -, ma trasformiamoli in una occasione che dia sviluppo ed occupazione alla nostra regione'.
Nell'invitare i suoi colleghi ad essere ottimisti, il presidente, vista la situazione drammatica, ha chiesto 'questa volta piu' che mai, un sostegno alle istituzioni, sostegno fatto di regole certe, di procedure snelle, di norme condivise, di burocrazia non ostile ed, in ultimo, di disponibilita' finanziarie'

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