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Pubblicato il 06/05/2014 10:10

Energie rinnovabili, Abruzzo ben oltre la media nazionale

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"L'Abruzzo e' una delle regioni italiane che superano la quota richiesta come energia prodotta da energie rinnovabili, pari al 33% (23% in Italia). Con la Turbogas di Gissi, inoltre, la regione produce il 30% di energia in piu' rispetto al proprio fabbisogno. Ma questo non e' bastato a suggerire un'attenta pianificazione e tantomeno a incentivare un settore strategico a consumo zero del territorio come l'efficienza energetica, per cui siamo tra gli ultimi in Italia". E' quanto sostiene la rete Emergenza Ambiente Abruzzo 2014 che sul tema energia ha realizzato il dossier 'In Abruzzo scoppiamo di energia'. Analizzando i dati del Gse (Gestore Servizi Energetici) e del Per (Piano Energetico Regionale), la rete, di cui fanno parte associazioni e comitati ambientalisti, parla di una "incredibile solerzia a costruire che parla da se': turbogas, centrali a biomasse, pale eoliche. In tal modo, senza programmazione e a caso - dicono gli ambientalisti -, anche le energie alternative diventano un affare speculativo per pochi, un affare che fa gola anche a settori malavitosi". Illustrando i numeri relativi all'energia prodotta dalle rinnovabili in Abruzzo (11.937 pannelli solari, 18 progetti riguardanti l'eolico, 57 impianti di idroelettrico e 34 centrali a biomasse) e quelli relativi al Fossile (9 concessioni di coltivazione in Terra e 7 in mare), gli ambientalisti sottolineano che "l'Abruzzo e' anche terra di servitu' per grandi infrastrutture energetiche, esistenti o in progetto, che hanno un forte impatto negativo sulla salute, sull'ambiente e sulle economie locali". La rete, nel presentare il dossier, si sofferma anche sulle conseguenze che "l'industria della produzione di energia ed in particolare quella dell'estrazione e raffinazione degli idrocarburi potrebbe causare nel corretto progredire delle economie dei settori produttivi quali il turismo, l'agricoltura e tutte le filiere collegate ad esse. Uno degli impatti economici meno discussi delle estrazioni di idrocarburi - sottolineano associazioni e comitati - e' l'aggravio dell'erosione costiera e della ingressione marina". "Sino ad oggi non c'e' stata la benche' minima visione globale - dicono gli ambientalisti -, si e' pensato ai territori come fossero contenitori sterili da riempire. Basta leggi mirabolanti che non servono a niente. Vogliamo risposte certe supportate da una visione chiara. Urge rafforzare e migliorare il Piano Paesistico, il Piano della Qualita' dell'Aria, il Piano Acqua ed e' imperativo dare gambe robuste al Piano Energetico Regionale con al primo punto l'efficienza; bisogna istituire momenti importanti di confronto con associazioni comitati, comparti economici, perche' l'Abruzzo e' di tutti, specie delle generazioni future", dicono le associazioni, che tornano anche a contestare il progetto Ombrina mare. Su questi temi la rete invita ufficialmente i candidati presidenti di Regione ad un confronto aperto, il 14 maggio, a Pescara. Gli ambientalisti lanciano anche un appello al Consiglio regionale affinche' "vengano rinviati alla prossima legislatura Piano Demaniale Marittimo e Regolamento Ungulati, di nuovo in calendario per domani"

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