In Italia nei primi sei mesi del 2013 hanno portato i libri in Tribunale in media 57 imprese al giorno (al netto di sabati e domeniche), per un totale di 7.365 fallimenti. Dall'inizio del 2009, complessivamente sono stati 52.666 i casi registrati, con un trend in costante aumento. Il numero di fallimenti rilevati nel primo semestre 2013 mostra una crescita pari a +16,5% rispetto allo stesso periodo del 2012 e del +60,3% rispetto al 2009, secondo l'analisi realizzata da Cribis D&B, la societa' del gruppo Crif specializzata nella business information. Edilizia e commercio settori piu' colpiti, Lombardia e Lazio le regioni con il maggior numero di casi. Dopo i 3.637 fallimenti rilevati nei primi tre mesi del 2013, nel secondo trimestre dell'anno se ne sono aggiunti ulteriori 3.728, facendo segnare il record peggiore rispetto al corrispondente periodo degli ultimi anni. Con riferimento al secondo trimestre dell'anno in corso, infatti, i fallimenti rilevati in Italia sono passati dai 2.391 casi del periodo aprile-giugno 2009 ai 3.001 del 2010, per crescere ancora nel 2011 (3.411), calare lievemente nel 2012 (3.109) e toccare il record nel trimestre appena concluso. Quasi un quinto dei fallimenti registrati nel primo semestre 2013 riguarda l'edilizia, che si conferma il comparto in maggiore difficolta' con oltre 1.500 casi totali e un +17,1% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Complessivamente si contano piu' di 8.700 imprese dell'edilizia che sono state costrette a portare i libri in Tribunale dall'inizio del 2009 a oggi. Entrando nel dettaglio, nei primi 6 mesi del 2013 si sono registrati 910 fallimenti nel microsettore della 'costruzione di edifici' e 596 in quello degli 'installatori' mentre si segnalano i 415 casi del 'settore immobiliare' (+33,4%).
Al secondo posto di questa classifica si colloca il Lazio, dove in sei mesi hanno portato i libri in Tribunale 828 imprese, il 15,8% in piu' rispetto al corrispondente semestre 2012 e un'incidenza pari all'11,2% del totale dei fallimenti rilevati sul territorio nazionale. Seguono poi il Veneto con 628 fallimenti (in crescita del 24,3% rispetto ai primi 6 mesi del 2012), l'Emilia Romagna e la Toscana, entrambe con 578 fallimenti (rispettivamente +25,1% e +34,4%), la Campania con 574 (+16,9%), il Piemonte con 491 (+2,3%), la Sicilia con 448 (+31,7%) e la Puglia con 357 casi (+14,7%). Sotto la soglia dei 300 fallimenti nel primo semestre dell'anno si collocano le Marche (246 casi, +4,2%), la Calabria (202, +55,3%) e la Sardegna (144, +4,3%). Seguono il Friuli Venezia Giulia (138, -9,2%), l'Abruzzo (128, -9,2%), la Liguria (126 -10,6%) e l'Umbria (99, -26,6%), le uniche regioni - insieme alla Valle D'Aosta in coda - a mostrare una variazione negativa rispetto ai primi 6 mesi del 2012. Chiudono la graduatoria il Trentino Alto Adige con 91 fallimenti (+33,8%), la Basilicata con 36 casi e un significativo +71,4% la variazione maggiore tra tutte le regioni italiane), il Molise con 32 (+10,3%) e la Valle D'Aosta con 4 casi (-66,6%).
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